CROTONE Beni per un ammontare di circa 500mila euro sono stati confiscati dalla Direzione investigativa antimafia di Catanzaro in esecuzione di un decreto emesso dalla Corte d’appello di Catanzaro, a carico di Guglielmo Bonaventura, 46 anni, di Crotone. Il provvedimento, che riguarda il patrimonio mobiliare e immobiliare del destinatario, ha confermato una precedente pronuncia giudiziaria a cui Bonaventura, sorvegliato speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno e attualmente agli arresti domiciliari, si era opposto presentando un ricorso.
L’uomo, ritenuto un elemento di spicco dell’omonimo sodalizio criminale egemone nella città di Crotone, è stato condannato nel febbraio 2013 dalla Corte d’assise d’appello di Catanzaro a diciotto anni e otto mesi di reclusione per l’omicidio di Rosario Villirillo. Il delitto, avvenuto nel 1991, fu ritenuto dalla magistratura «un vero e proprio battesimo di affiliazione cui venne sottoposto il Bonaventura dagli anziani del clan». Nel 2008, Bonaventura è stato arrestato nell’ambito dell’operazione “Eracles”, e condannato definitivamente a quattro anni e dieci mesi di reclusione per associazione a delinquere di tipo mafioso. La Corte del capoluogo catanzarese, condividendo gli esiti delle indagini patrimoniali eseguite dagli investigatori della Dia, nel confermare quasi completamente la precedente decisione, ha disposto la restituzione di un solo immobile intestato alla moglie di Bonaventura, confermando la confisca del rimanente patrimonio. La confisca ha riguardato la “Pescheria Nettuno” di Crotone, due appartamenti ubicati nel “Residence Capo Piccolo” di Isola Capo Rizzuto (Kr), tre rapporti finanziari e due beni mobili registrati.
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