Truffa ai danni dello Stato, chiuse le indagini
COSENZA Una truffa ai danni dello Stato e in particolare del ministero per lo Sviluppo economico. La Procura di Cosenza ha chiuso le indagini nei confronti di sette persone fisiche e di una giuridica…

COSENZA Una truffa ai danni dello Stato e in particolare del ministero per lo Sviluppo economico. La Procura di Cosenza ha chiuso le indagini nei confronti di sette persone fisiche e di una giuridica per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato. Sono iscritti nel registro degli indagati Filippo Francesco Garrafa, 43 anni di Montalto; Massimo Mazza, 47 anni di Catanzaro ma residente a Luzzi; Henrrik Prendushi, 57 anni albanese residente a Rende; Tommaso Monterossi, 67 anni di Montepaone; Felice Monterossi, 38 anni di Montepaone; Giuseppe Paonessa, 44 anni di Catanzaro e residente ad Aprigliano; Pier Bartolomeo Caruso, 56 anni di Rossano e residente a Montalto; la società “Mediterranea ricerca e sviluppo srl”, con sede legale a Mongrassano.
Secondo l’accusa – le indagini sono state coordinate dal procuratore capo Dario Granieri e dal sostituto Giuseppe Visconti – Garrafa e Mazza, in qualità di legali rappresentanti della “Mediterranea ricerca e sviluppo srl”, e Prendushi nel ruolo di responsabile scientifico del programma di sviluppo precompetitivo, oggetto di finanziamento pubblico, mediante “artifici e raggiri, consistiti nell’avere attestato oneri di spesa in parte inesistenti relativamente al programma di sviluppo precompetitivo, indotto in errore i funzionari di “Centrobanca spa” circa la sussistenza dei requisiti necessari per il conseguimento delle erogazioni pubbliche dell’importo complessivo di 10.328.509 euro, procurando così alla “Mediterranea” un ingiusto profitto, ai danni anche del ministero per lo Sviluppo economico, rappresentato dalla percezione indebita di 5.006.672″.
In particolare, nel giugno del 2008 Garrafa e Mazza avrebbero inoltrato alla banca concessionaria i moduli per la richiesta di agevolazioni finanziarie relative al Pia Innovazione (Piano integrati d’azione), con oneri di spesa inesistenti o superiori a quelli sostenuti, allegando documenti che, per l’accusa, sono “ideologicamente falsi”.
Prendushi e Paonessa avrebbero elaborato una parte di questa documentazione falsa.
A favore della loro società – è scritto nel provvedimento di conclusione delle indagini – Garrafa e Mazza, in concorso con gli altri indagati, si sarebbero resi responsabili del reato di truffa aggravata per il conseguimento di finanziamenti pubblici, che sarebbero stati “indebitamente incamerati dalla “Mediterranea ricerca e sviluppo”.
Alla condotta fraudolenta scorretta – scrive il pm – concorreva Pier Bartolomeo Caruso che, nella qualità di consulente tecnico della “Co.Eco sas”, avrebbe contribuito a far ottenere un ingiusto profitto alla “Mediterranea ricerca e sviluppo”, allegando oneri di spesa inesistenti. La truffa si sarebbe protratta dal 2008 fino al 2011.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it