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Imprese giovani, è Crotone la città capofila

LAMEZIA TERME È Crotone la città italiana con il tasso più alto di imprese create da under 35. Lo rivela il report sull’imprenditoria giovanile di Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione…

Pubblicato il: 01/06/2015 – 10:33
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Imprese giovani, è Crotone la città capofila

LAMEZIA TERME È Crotone la città italiana con il tasso più alto di imprese create da under 35. Lo rivela il report sull’imprenditoria giovanile di Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta da InfoCamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio. Nella città pitagorica il dato si attesta al 15,3%. “Podio” per un altra città calabrese: Vibo Valentia, infatti, segue a ruota Crotone con un buon 15,1%.
All’estremo opposto si collocano la provincia di Forlì-Cesena (6,7%), preceduta a pari merito da Pordenone e Ravenna (7,5%). Nel dettaglio, tra gennaio e marzo 2015 sono state 16mila in più le nuove imprese create da under 35: il 36% è al Sud, il 22% di imprenditori immigrati, 2 su 3 sono già su Internet. «Delle oltre 115mila imprese nate tra gennaio e marzo oltre 35mila (il 31%) – indica Unioncamere – hanno alla guida uno o più giovani con meno di 35 anni di età. La culla di questa vitalità imprenditoriale, continua ad essere il Mezzogiorno, dove ha sede il 36% delle imprese giovanili nate lo scorso trimestre, con poco piùà di 13mila nuove iniziative».
I settori che attirano di più i giovani imprenditori sono quelli del commercio (20%), delle costruzioni (9,5%) e dei servizi di ristorazione (5,1%). E quasi 2 aziende su 3 «hanno puntato subito su internet, il 45% è già pronto a vendere online». Nella maggioranza dei casi (il 76%) si tratta di imprese individuali, «la forma – avverte Unioncamere – più semplice, ma anche la più fragile per operare sul mercato»; il 17% ha scelto invece la forma della società di capitale, «più idonea a sostenere progetti di sviluppo anche ambiziosi».
«I giovani italiani – commenta il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – si stanno rimboccando le maniche per cogliere le opportunità di questo momento e molti di loro scelgono di farlo attraverso l’impresa. Spesso sono giovani che hanno deciso di puntare su un’idea innovativa e sulle proprie competenze per realizzarla, anche sfruttando le nuove tecnologie della rete. Per sostenerli – aggiunge – dobbiamo dare loro un paese più moderno e quindi più digitalizzato, anche per attrarre intelligenze e investimenti dall’estero, più meritocratico e capace di valorizzare i talenti delle persone».
Il saldo tra aperture e chiusure di imprese giovanili è stato pari a +16.606 unità nei primi tre mesi dell’anno, a fronte di un saldo complessivo negativo per -18.685 unità «dovuto al concentrarsi di molte chiusure sul finire dell’anno precedente». Unioncamere rileva anche che «un contributo rilevante a sostenere questo turnover è venuto dagli imprenditori immigrati», da cui nascono 7.773 – una su cinque – delle 35.442 nuove iniziative imprenditoriali giovanili del trimestre: sono concentrate «in due grandi settori accomunati da una bassa difficoltà di ingresso: commercio e edilizia». Al Sud la «più marcata vocazione a registrare la nascita di imprese under 35, mentre l’area geografica in cui i giovani imprenditori contribuiscono meno al flusso di nuove iscrizioni è il Nord-Est (27%).

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