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Omicidio Pioli, l'accusa chiede tre ergastoli

REGGIO CALABRIA Non solo la conferma dei due ergastoli comminati in primo grado, ma anche l’applicazione della medesima pena per Domenico Napoli, in primo grado confermato a diciotto anni. È durissim…

Pubblicato il: 15/06/2015 – 14:06
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Omicidio Pioli, l'accusa chiede tre ergastoli

REGGIO CALABRIA Non solo la conferma dei due ergastoli comminati in primo grado, ma anche l’applicazione della medesima pena per Domenico Napoli, in primo grado confermato a diciotto anni. È durissima la richiesta del procuratore generale Cianferini, per i responsabili dell’omicidio di Fabrizio Pioli, il giovane elettrauto di Gioia Tauro, ucciso nel febbraio del 2012, perché “colpevole” di essersi innamorato e aver intrecciato una relazione con una donna sposata, Simona Napoli. Un “affronto” che la famiglia di lei non ha tollerato e ha lavato con il sangue. Per questo il pg ha chiesto non solo la conferma del carcere a vita per il padre della donna Antonio Napoli e il nipote Francesco Napoli, cugino di Simona, ma anche l’applicazione della medesima pena per il fratello della ragazza, Domenico, in primo grado condannato a diciotto anni. La pubblica accusa ha chiesto però ai giudici di confermare l’assoluzione della madre di Simona e Domenico, Rosina Napoli, in fase investigativa considerata responsabile di aver istigato il marito a “punire” Fabrizio. Una richiesta pesantissima che si giustifica con le barbare modalità di eliminazione del ragazzo, cui per oltre un anno è stata negata anche una degna sepoltura. Ufficialmente, Fabrizio era solo scomparso. Dopo averlo ucciso infatti, gli uomini della famiglia Napoli ne hanno occultato il cadavere in un bosco, da cui è stato riscattato solo grazie alla confessione di Antonio Napoli, costituitosi dopo una latitanza durata circa un anno. Gli investigatori lo cercavano perché, fin da subito, la stessa Simona ha accusato la propria famiglia. Quando di Fabrizio si sono perse le tracce, la giovane ha puntato il dito contro suo padre e suo fratello. In particolare, in un colloquio intercettato dagli inquirenti, nel giugno del 2012, la ragazza (nascosta in una località protetta) parlava con un avvocato e chiedeva novità. Appena il legale riferì che alcuni elementi avrebbero fatto pensare che Fabrizio fosse stato ucciso («mi sa che è morto»), Simona cominciò a piangere e singhiozzare, dicendo: «Li voglio dentro tutti, dalla A alla Z, tutti dentro li voglio, gli faccio fare l’ergastolo, te lo giuro su Dio».

 

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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