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Perseo, il gup si astiene sull'abbreviato per Aiello

CATANZARO Questa mattina il gup del Tribunale di Catanzaro, Giuseppe Perri, ha deciso di astenersi dall’intervenire sul processo, con rito abbreviato, a carico di Pietro Aiello, senatore di Ncd, in…

Pubblicato il: 16/06/2015 – 10:56
Perseo, il gup si astiene sull'abbreviato per Aiello

CATANZARO Questa mattina il gup del Tribunale di Catanzaro, Giuseppe Perri, ha deciso di astenersi dall’intervenire sul processo, con rito abbreviato, a carico di Pietro Aiello, senatore di Ncd, indagato per voto di scambio nell’ambito dell’inchiesta Perseo. Il gup, che si era già occupato dell’indagine Perseo, rimetterà gli atti al presidente della sezione gip-gup che avrà il compito di dirimere la questione e nominare, eventualmente, un nuovo giudice. Rinviata anche l’udienza preliminare di un altro indagato, l’avvocato Giovanni Scaramuzzino, assistito dagli avvocati Francesco Gambardella e Francesco Siracusano, accusato di voto di scambio aggravato dalle modalità mafiose. Per i due indagati l’udienza è stata fissata al 29 giugno.

Secondo le accuse, il parlamentare, tramite l’avvocato Scaramuzzino, avrebbe chiesto l’aiuto della cosca Giampà per ottenere voti durante le elezioni regionali del 2010.
Durante le regionali del 2010, Aiello, che all’epoca militava nel Pdl, risultò il sesto degli eletti totalizzando oltre 10mila voti.
Ad accusare il senatore sono le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, Giuseppe Giampà, reggente dell’omonima cosca, e Saverio Cappello. Stando alle testimonianze rese dai pentiti al sostituto procuratore della Dda Elio Romano, l’incontro tra Aiello e Giuseppe Giampà sarebbe avvenuto nello studio dell’avvocato Scaramuzzino. In cambio del sostegno elettorale dei Giampà l’ex consigliere regionale si sarebbe dovuto mettere «a disposizione» della cosca favorendola nell’affidamento degli appalti e la fornitura di materiale.
Nell’ambito dell’operazione Perseo il pm Elio Romano aveva chiesto l’arresto del parlamentare per voto di scambio. Richiesta respinta dal gip e motivata dal fatto che «non c’è prova che Aiello sia stato effettivamente consapevole di partecipare ad una riunione con importanti esponenti di vertice di una delle più pericolose organizzazioni di ‘ndrangheta calabrese». Contro l’arresto del senatore si pronunciò anche il Tribunale della Libertà. In seguito il pm Romano ricorse in Cassazione e la Suprema Corte annullò la decisione del Riesame disponendo una nuova pronuncia. Ma anche nel secondo caso il Tdl si dichiarò contrario all’arresto di Aiello.
Spetta ora al presidente della sezione gip-gup stabilire chi dovrà intervenire su questa spinosa questione.

 

Alessia Truzzolillo

redazione@corrierecal.it

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