CATANZARO Si è avvalso della facoltà di non rispondere il presidente del Teramo Luciano Campitelli, che oggi era stato convocato in Questura a Catanzaro per rispondere alle domande degli inquirenti sulla presunta combine della partita tra Savona e Teramo. Così come il ds della società abruzzese quindi, anche il numero uno teramano ha scelto la via del silenzio, uscendo dalla questura in fretta e da un’uscita secondaria per non incontrare i giornalisti.
L’interrogatorio di Campitelli è iniziato attorno a mezzogiorno. Il nome del presidente del Teramo calcio è finito tra le carte di “Dirty soccer”, l’inchiesta partita dalla Procura di Catanzaro in merito ai presunti illeciti nei campionati di calcio di Lega Pro e Lega Nazionale Dilettanti.
Il numero uno del Teramo è stato ascoltato in Questura dal vice capo della Squadra Mobile Angelo Paduano, lo stesso che nei giorni scorsi aveva sentito l’ex centrocampista degli abruzzesi Davide Matteini e l’attuale ds biancorosso Marcello Di Giuseppe, oltre all’ex responsabile dell’area tecnica del Savona, Marco Barghigiani. Quest’ultimo aveva risposto per oltre due ore e mezza alle domande degli inquirenti, mentre Matteini aveva reso dichiarazioni spontanee e Di Giuseppe si era avvalso della facoltà di non rispondere.
La partita finita nel mirino degli investigatori è Savona-Teramo del 2 maggio scorso che è valsa agli abruzzesi la promozione in Serie B grazie al risultato di 2-0 conquistato fuori casa. Dalle intercettazioni telefoniche era emersa una presunta combine proprio in favore degli abruzzesi.
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it
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