Ex Legnochimica, M5S: «Applicheremo la legge sugli Ecoreati»
COSENZA «Come Movimento 5 Stelle Rende abbiamo deciso di utilizzare la nuova legge sugli Ecoreati per venire a capo dell’intricata vicenda della mancata bonifica dell’area ex Legnochimica. Insieme ag…

COSENZA «Come Movimento 5 Stelle Rende abbiamo deciso di utilizzare la nuova legge sugli Ecoreati per venire a capo dell’intricata vicenda della mancata bonifica dell’area ex Legnochimica. Insieme agli avvocati Cono Cantelmi e Francesco Palumbo, presidente dell’associazione “Crocevia”, abbiamo inoltrato al comune di Rende, alla regione Calabria e all’azienda in liquidazione, un atto stragiudiziale di diffida e messa in mora, secondo il II comma delll’articolo 328 del codice penale». A darne notizia è il gruppo consiliare del M5S, che aggiunge: «L’atto è stato firmato, oltre che dai due avvocati anche dal portavoce del movimento al comune di Rende, Domenico Miceli, insieme a tanti altri cittadini che hanno a cuore le sorti dell’ambiente e della salute umana. Questa mattina si è svolta la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa che ha visto la partecipazione di attivisti, cittadini e membri dell’associazione Crocevia. Un incontro fortemente voluto dal gruppo del Movimento 5 Stelle per presentare la nuova legge sugli Eco-Reati e le possibilità che offre ai cittadini per rivalersi sugli inquinatori».
«Le bonifiche vanno fatte in tempi brevi – ha detto l’avvocato Cono Cantelmi –.Non è possibile assistere inermi a 10 anni di annunci, conferenze dei servizi e quant’altro e nessuno si prende le responsabilità di bonificare. E nel frattempo la gente si ammala. O si fa rispettare la legge o metteremo il comune di Rende e la regione Calabria di fronte alle loro responsabilità».
«Abbiamo chiesto l’istituzione del registro tumori comunale e andremo avanti in questa storia perché nostro intento è non farla cadere nel dimenticatoio – ha detto Domenico Miceli, portavoce a Rende –. Chi inquina deve pagare e le istituzioni devono vigilare e stare accanto ai cittadini. Non possono abbandonarli lasciandoli soli a combattere contro problemi così gravi e insormontabili. Ci siamo stancati di barattare l’ambiente con il lavoro e non vogliamo più trovarci di fronte alla tragica scelta del morire di fame o di tumori, scelta che ci viene imposta da un modello politico-industriale criminogeno».