ROMA In soli 5 anni il numero delle casette dell’acqua sparse su tutto il territorio nazionale è più che sestuplicato: erano 213 nel maggio 2010, oggi se ne contano oltre 1300; totale a cui andranno ad aggiungersi anche le 22 casette che dissetano i visitatori di Expo (quasi 900mila litri di acqua microfiltrata erogata dopo la fine della manifestazione). I chioschi d’acqua, secondo una ricerca Cra (Customized Research & Analysis) commissionata da Aqua Italia, l’associazione delle aziende costruttrici e produttrici di impianti per il trattamento delle acque primarie, fotografa una propensione all’utilizzo in costante crescita: li ama il 42,5% degli italiani (percentuale di coloro che dichiara di usare o voler utilizzare il servizio) e si sale a quasi il 50% nella fascia 18-24 anni, a dimostrazione che i chioschi dell’acqua sono ancora più apprezzati dai giovani italiani. La regione in cui è maggiormente diffusa la consapevolezza dell’esistenza di questo servizio è la Lombardia dove il 52% degli intervistati dichiara di vivere in un comune dov’è presente un chiosco dell’acqua e il 40,7% usa o userebbe il servizio se il comune lo mettesse a disposizione. Fanalino di coda il gruppo Sicilia-Calabria-Basilicata, dove solo il 6,7% degli intervistati dichiara di vivere in un comune dove è presente un chiosco acqua, ma ben il 44,8% ne farebbe uso, qualora il comune di residenza lo installasse.
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