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Patrigno in carcere perché accusato di molestie, ma era una bufala

REGGIO CALABRIA È finito con la richiesta di assoluzione avanzata dallo stesso pm Salvatore Faro e accolta in pieno dal gup Scortecci «perché il fatto non sussiste» l’incubo di una coppia reggina, pe…

Pubblicato il: 08/07/2015 – 15:23
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Patrigno in carcere perché accusato di molestie, ma era una bufala

REGGIO CALABRIA È finito con la richiesta di assoluzione avanzata dallo stesso pm Salvatore Faro e accolta in pieno dal gup Scortecci «perché il fatto non sussiste» l’incubo di una coppia reggina, per oltre quattro anni e mezzo costretta a difendersi da una pesantissima accusa di molestie. A puntare il dito contro i due, salvo poi ritrattare, è stata la figlia della donna, che tramite una parente avrebbe denunciato di aver subito molestie dal nuovo compagno della madre.

Accuse infamanti, che all’uomo – difeso dagli avvocati Vincenzina Leone e Sergio Contestabile – sono costate carcere e misure restrittive della libertà personale, ma soprattutto un lungo calvario giudiziario, scandito dalle perizie che fin dal principio hanno affermato l’inattendibilità della ragazzina, ma non hanno lavato l’onta di un’accusa infamante che ha coinvolto anche la madre.

Sulla Azzarà, difesa dall’avvocato Vincenzina Leone, è piovuta l’accusa di aver tentato di far ritrattare la ragazzina, facendole leggere una lettera che il compagno le aveva scritto dal carcere. Per gli psicologi – tutti convergono sul punto – le accuse lanciate dalla ragazzina non sarebbero state altro che un escamotage per far tornare insieme i genitori, eliminando quello che considerava l’elemento di disturbo, il nuovo compagno della madre.

«Una vicenda dall’epilogo terribile per tutti», ha detto il pm Faro in sede di requisitoria, invitando il gup ad assolvere un uomo «cui nessuno riuscirà a restituire gli anni macchiati da un’accusa infamante». Una richiesta accolta in pieno dal giudice, atto ultimo di una storia comunque senza lieto fine.

 

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

 

 

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