Calabria etica, fondi tagliati ma il progetto è già chiuso

CATANZARO È arrivato soltanto un acconto. E nemmeno per tutti. I 43 ex dipendenti di Calabria etica che si occupavano di assistenza ai dipartimenti impegnati a seguire le misure del Por sono pronti a rivolgersi all’Ispettorato del lavoro. Il motivo è il mancato pagamento, da parte della Regione, degli stipendi arretrati. «Ne è arrivata soltanto una parte molto esigua, per una trentina di noi. Il resto, stando alle notizie che abbiamo appreso, potrebbe perdersi per strada», dicono. Il motivo sarebbe una comunicazione arrivata dal dipartimento Lavoro, e firmata dal direttore generale Antonino De Marco, che taglia del 60% i fondi stanziati per il progetto di assistenza al Por. Una novità, questa, emersa nel corso dell’ultimo incontro che i lavoratori hanno avuto – lo scorso 28 dicembre – con il commissario liquidatore della fondazione in house, Valerio Donato. E un guaio in prospettiva: con una decurtazione simile, gli ex consulenti non potranno accedere agli ammortizzatori sociali. Niente indennità di disoccupazione, quindi. Anche per questo, lunedì mattina, una delegazione dei dipendenti ha chiesto l’accesso agli atti. L’unica speranza è affidata alle future valutazioni del commissario liquidatore. Il prossimo incontro è previsto per il 7 gennaio. I dipendenti sperano. E, soprattutto, si chiedono come abbia potuto decretare il taglio lo stesso dirigente che, in agosto, metteva nero su bianco la conferma della «coerenza delle attività svolte presso questo dipartimento in relazione al progetto affidato». Da agosto è cambiato molto. Calabria etica è ormai soltanto materiale per l’inchiesta della Procura di Catanzaro. Ma, di questo passo, oltre alla giustizia ordinaria, potrebbe occuparsene anche quella amministrativa. Sono molti, infatti, i lavoratori pronti a ricorrere contro le scelte della Regione.

p. p. p.