BOVALINO In qualità di storico dipendente dell’ufficio tecnico del Comune di Bovalino, spettava a lui gestire le pratiche per la concessione di loculi o terreni per erigere lapidi o cappelle, ma nel tempo Carmelo Filippo Sprio deve aver iniziato a considerare il cimitero una sua proprietà, tanto da iniziare a riscuotere – personalmente – canoni e tributi. È dunque con l’accusa di peculato e falso che questa mattina gli agenti del commissariato di Bovalino e della Squadra Mobile gli hanno stretto le manette ai polsi, contestandogli ben 29 capi di imputazione collezionati dal 2005 al 2015, che gli hanno fruttato almeno 80mila euro. A mettere gli investigatori sulle tracce di Sprio è stato un esposto che denunciava anomalie riguardo alla concessione di suoli cimiteriali. Accuse puntualmente riscontrate dagli investigatori nei fascicoli del Comune sequestrati nel corso di una perquisizione. In quei faldoni, gli uomini del commissariato di Bovalino hanno trovato infatti anche diverse copie di ricevute di versamenti relative alle istanze in questione abilmente falsificate.
A svelare invece come non si sia trattato di un’eccezione, ma di una decennale prassi sono stati gran parte dei cittadini che dal 2005 ad oggi sono stati costretti a chiedere al Comune un posto per seppellire un proprio caro. E tutti hanno raccontato agli investigatori di aver pagato il necessario canone direttamente a Sprio che, a suo dire, si sarebbe occupato di effettuare il versamento nelle casse comunali. Ma non sempre questo è avvenuto. Su 150 pratiche – hanno svelato le indagini – gli investigatori hanno riscontrato la falsificazione di un rilevante numero di attestazioni di versamento, come pure l’appropriazione di oltre 80mila euro da parte di Sprio. Condotte cristallizzate in 29 capi di imputazione, variamente ascritte al dipendente comunale per i delitti di peculato e correlati falsi, reiterati in un arco temporale che varia dall’anno 2005 all’anno 2015.
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