Infermieri, concorsi a rischio annullamento
CATANZARO Concorsi farlocchi, irregolari. I due bandi per l’assunzione a tempo indeterminato di 300 infermieri e di altrettanti operatori socio-sanitari rischiano di essere dichiarati nulli, in quant…

CATANZARO Concorsi farlocchi, irregolari. I due bandi per l’assunzione a tempo indeterminato di 300 infermieri e di altrettanti operatori socio-sanitari rischiano di essere dichiarati nulli, in quanto redatti senza tenere conto dei relativi obblighi di legge. Le norme parlano chiaro: in tutti i concorsi pubblici una percentuale di posti deve essere riservata alle cosiddette “categorie protette”. Ma nei due bandi pubblicati dall’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” non figura alcuna via preferenziale per i soggetti svantaggiati o privilegiati, così come prevedono le norme di riferimento.
I BANDI I bandi sono stati firmati da Giuseppe Panella, commissario straordinario dell’Azienda “Pugliese-Ciaccio”, individuata dal “capo” della Sanità calabrese, Massimo Scura, come idonea a completare la procedura per la definizione della graduatoria da cui dovranno attingere tutte le strutture sanitarie e ospedaliere della regione. Sono concorsi pubblici in piena regola, che – in previsione dell’alto numero di partecipanti – molto probabilmente contempleranno anche una pre-selezione, necessaria per una prima scrematura degli aspiranti.
LE ANOMALIE Ma i concorsi predisposti da Scura e dal suo vice Andrea Urbani presentano più di una zona d’ombra. E smentiscono le disposizioni che gli stessi commissari avevano messo nero su bianco in un decreto ufficiale. Il provvedimento del 26 marzo 2015, infatti, riguardava l’iter in materia di reclutamento di personale nelle Aziende regionali e stabiliva che «prima dell’attivazione delle procedure di reclutamento ordinario è necessario l’esperimento delle procedure di mobilità». Un principio che Scura e Urbani avevano mutuato da una norma nazionale, ovvero il decreto legislativo 165 del 2001 (articolo 30, comma 2bis), secondo il quale tutti i concorsi pubblici devono essere preceduti dall’immissione in ruolo dei dipendenti che facciano domanda di trasferimento, quindi in arrivo da altre amministrazioni. Ma l’attuazione della mobilità, obbligatoria per legge, è rimasta sono una mera dichiarazione d’intenti.
LE CATEGORIE PROTETTE Ci sono altre norme violate nei bandi che, sulla carta, dovrebbero ridare ossigeno agli ospedali regionali e porre un argine al precariato del personale sanitario. Una di queste è il regolamento per le assunzioni nel pubblico impiego (ratificato dal decreto 487 del ’94 del Presidente della Repubblica) con il quale vengono riservati posti (che non possono superare la metà di quelli messi a bando) alle “categorie protette”: cioè invalidi civili, di servizio, di guerra, del lavoro, ciechi, sordomuti, orfani, vedove dei caduti in guerra o per servizio o sul lavoro, ex-tubercolotici e profughi, per un 15% in totale.
IL VULNUS I bandi, dunque, potrebbero negare diritti certificati da precise norme statali. In realtà i concorsi per infermieri e oss prevedono delle riserve, che però riguardano solo i precari storici della sanità, per i quali è stato blindato il 50% dei posti, malgrado fosse un’opzione facoltativa (lo stabilisce il decreto del presidente del Consiglio del 6 marzo scorso) e non obbligatoria, come nel caso delle categorie protette.
GLI SVILUPPI Cosa potrà succedere ora? I bandi seguiranno l’iter già tracciato con l’obiettivo di creare una graduatoria valida per tutte le Aziende calabresi. Ma il pericolo è dietro l’angolo, perché l’eventuale ricorso di un “avente diritto” che rientra in una categoria protetta, o quello di un infermiere in attesa di essere trasferito, potrebbero far saltare il banco e portare all’annullamento di tutta la procedura. E svelare così le magagne di due concorsi farlocchi.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it