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Amaroni si stringe attorno a Bova

AMARONI Come era già avvenuto ad aprile scorso, dopo il secondo atto intimidatorio ad Arturo Bova, consigliere regionale e presidente della commissione antindrangheta della Regione Calabria, Amaroni…

Pubblicato il: 17/01/2016 – 20:28
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Amaroni si stringe attorno a Bova

AMARONI Come era già avvenuto ad aprile scorso, dopo il secondo atto intimidatorio ad Arturo Bova, consigliere regionale e presidente della commissione antindrangheta della Regione Calabria, Amaroni risponde al gesto criminale con un consiglio comunale aperto in cui manifestare tutta la vicinanza e la solidarietà a colui che per anni ha amministrato il piccolo centro del Catanzarese.
Nella sala giunta del municipio non hanno fatto mancare la propria presenza Mario Oliverio, governatore della Regione Calabria, Enza Bruno Bossio, deputata Pd e componente della commissione parlamentare antimafia, l’ex senatore Cesare Marini, il presidente del consiglio regionale Nicola Irto, il presidente della provincia di Catanzaro e segretario provinciale del Pd Enzo Bruno e tanti sindaci non solo del comprensorio. Ma a stringersi attorno a Bova sono stati soprattutto i suoi compaesani, che nonostante il clima (glaciale all’esterno, torrido nella sala del municipio), hanno voluto rimarcare la propria vicinanza e il proprio sostegno con una presenza massiccia.
Al di là dei messaggi di solidarietà, degli inviti a non mollare, delle prese di coscienza di un’esigenza di maggior presenza dello Stato in Calabria, gli interventi dei rappresentanti istituzionali non hanno potuto far altro che ravvisare come, da qualche tempo a questa parte, si assista ad una sequela di atti intimidatori che hanno visto protagonisti, loro malgrado, politici, amministratori locali, giornalisti e magistrati. Una vera e propria “escalation dell’intimidazione”, come non ha esitato a definirla Nicola Irto nel suo intervento, che deve far riflettere il governo nazionale. E più volte, durante il dibattito, si è fatta strada l’ipotesi che ci sia un disegno criminale dietro questa serie di attentati, una specie di “strategia del terrore”, come l’ha definita il sindaco di Martone, Giorgio Imperitura.
A chiedere con insistenza l’intervento dello Stato è il governatore Mario Oliverio: «In questi ultimi due mesi – ha detto – è come una “via crucis”: stiamo partecipando a diversi consigli comunali aperti e a manifestazioni che in molti Comuni della Calabria hanno avuto luogo dopo atti intimidatori non solo agli amministratori locali. Quella di stasera, però, è una manifestazione particolare perché torniamo a stringerci attorno ad Arturo dopo qualche mese da una vicenda analoga a questa. E’ un segnale inquietante, ma non voglio interrogarmi sul movente, voglio solo dire che atti di questo tipo devono avere una risposta da parte dello Stato, altrimenti, permanendo in una situazione di incertezza, inevitabilmente la spirale della violenza e delle intimidazioni sarebbe alimentata. Non abbiamo bisogno di passerelle, abbiamo bisogno di avere risposte. Già ieri ho parlato con il prefetto di Catanzaro Luisa Latella: a lei ho chiesto quali fossero le prime informazioni sui fatti e di sollecitare un intervento del governo. Domattina chiamerò il viceministro dell’Interno Bubbico e il ministro Alfano perché si accendano i riflettori sulla situazione calabrese. Non è possibile che in presenza di questo stillicidio di eventi, non si alzi l’asticella dell’attenzione e rafforzare gli strumenti investigativi e di repressione».

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Risposte che nelle intenzioni del presidente, il governo nazionale dovrà dare pubblicamente ai sindaci calabresi che saranno convocati in un’assemblea ad hoc a cui saranno invitati anche i rappresentati del governo che «di fronte ai cittadini con la fascia tricolore si dovranno assumere l’impegno di rafforzare gli strumenti di presidio della legalità come maggiore presenza delle forze dell’ordine e rafforzamento della magistratura. Non siamo nelle condizioni di perdere tempo, non possiamo permetterci di pestare l’acqua nel mortaio».
A fare da sponda alle parole di Oliverio, l’intervento di Enza Bruno Bossio: «Chiederò che la commissione parlamentare antimafia di cui faccio parte, si interessi subito a quanto sta accadendo in Calabria. Il caso di Arturo Bova non è un caso isolato, ma si inserisce in un quadro ben più complesso di intimidazioni a cui è necessario opporre forte contrasto».
Infine è toccato ad Arturo Bova concludere la lunga seduta del consiglio comunale aperto: «Non mi aspettavo tutta questa solidarietà. E a colpirmi non è stata quella – a volte scontata – delle istituzioni, ma è stata quella che mi è arrivata e continua ad arrivarmi dalla società civile, dalle associazioni, dai cittadini, segno che probabilmente si sta operando bene. Ritengo che dietro la minaccia a me, ci sia un tentativo di minacciare l’intero consiglio regionale, la Giunta e quindi il governo della Calabria perché si sta operando bene e sul serio. Per la prima volta si sono messe in campo riforme strutturale che forse vanno a toccare degli interessi particolari: penso al piano per i rifiuti, al piano contro il dissesto idrogeologico, alla nuova legge urbanistica. Stiamo dando un nuovo volto a questa Calabria ed è normale che si possano intaccare poteri forti e zone grigie. Detto questo, indipendentemente dal movente che ha portato a quanto avvenuto ieri, quando avviene un fatto del genere bisogna essere consapevoli che a perpetrarlo siano stati poteri mafiosi. Le persone perbene non bruciano macchine, chi lo fa è malavitoso di per sé».

Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it

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