MINACCIA JIHADISTA | «Contatti con l'attentatore del treno Parigi-Amsterdam»
COSENZA «Una prima applicazione della legge antiterrorismo». Così il procuratore aggiunto di Catanzaro Giovanni Bombardieri ha commentato, nel corso della conferenza stampa tenutasi nella questura di…

COSENZA «Una prima applicazione della legge antiterrorismo». Così il procuratore aggiunto di Catanzaro Giovanni Bombardieri ha commentato, nel corso della conferenza stampa tenutasi nella questura di Cosenza, l’arresto di Mehdi Hamil accusato di terrorismo. Il 25enne, residente a Luzzi, piccolo centro del Cosentino, assieme alla sua famiglia, fa il commerciante ambulante di tappeti. Al momento della perquisizione delle forze dell’ordine a Fiumicino, nel luglio 2015, oltre al passaporto con cui è stato identificato, è stato trovato in possesso di un unico bagaglio a mano: uno zaino multitasche, al cui interno c’era un pantalone militare con tasche laterali, una camicia, biancheria intima, un tappeto da preghiera, un libro in lingua araba, due telefoni cellulari e 800 euro in contante.
I sette mesi successivi, nei quali gli investigatori l’hanno tenuto d’occhio, avrebbero svelato altro: «È un soggetto – ha aggiunto il procuratore – che riteniamo fosse intenzionato a percorrere la strategia della guerra. Sotto il profilo di conoscenze informatiche si è mostrato molto ferrato. È stato necessario intervenire in questa fase dopo aver avuto molti elementi. Questa indagine era nata prima dei terribili fatti di Parigi. La nostra indagine nasce da quando lui venne respinto dalla frontiera turca: abbiamo iniziato a monitorarlo. Attraverso il web l’arrestato era riuscito a rifornirsi di file audio e video per addestramento alla lotta e per preparare materiale esplosivo. Scaricava in continuazione video riferibili all’Isis e al martirio. Ha triangolazioni con soggetti gravitanti nel mondo del terrorismo. Ciò ha avvalorato le nostre ipotesi».
«In particolare – ha aggiunto Bombardieri – coincidenze di utenze con soggetti che sono stati accertati essere responsabili di attività riconducibili al terrorismo internazionale, tra cui anche una a cui faceva capo, tra gli altri, Ayoub El Khazzani, l’attentatore del treno Parigi-Amsterdam».
Soddisfazione è stata espressa dal questore di Cosenza Luigi Liguori: «Questa radicalizzazione aveva raggiunto un livello elevato. C’erano liti continue con i familiari, con il fratello in particolare. Si è notato un estremismo anche nel vestire. I video del Califfato erano sempre presenti nel suo pc. Uno jihadismo da tastiera che rappresenta la nuova frontiera. Il 25enne ha motivato la sua espulsione dalla Turchia dicendo che aveva il desiderio di andare a pregare in una moschea più grande. Il perché però lo avesse nascosto anche alla famiglia è ancora da chiarire come tanti altri elementi emersi». «Tutto ciò – ha aggiunto Claudio Calzerano direttore della Divisione antiterrorismo internazionale dell’Ucigos – non è possibile senza una cooperazione internazionale. È importante far emergere l’importanza della cooperazione per far conoscere questi fenomeni di radicalizzazione».
Nella perquisizione sono stati sequestrati pc, telefonini e dei manuali. «È stato importante – ha aggiunto Bombardieri – il contributo degli interpreti per tradurre anche termini che fanno riferimento alla religione. E la traduzione deve avvenire in tempi rapidi. Infatti, abbiamo avuto qualche difficoltà a reperire traduttori in tempi rapidi. Il biglietto per la Turchia era di sola andata».
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it