Rosarno, nuovo blitz contro il caporalato
REGGIO CALABRIA «Siamo a cinque. Cinque operazioni contro il caporalato nella provincia di Reggio Calabria». Ha esordito così, visibilmente soddisfatto, Claudio Sammartino, prefetto della città dello…

REGGIO CALABRIA «Siamo a cinque. Cinque operazioni contro il caporalato nella provincia di Reggio Calabria». Ha esordito così, visibilmente soddisfatto, Claudio Sammartino, prefetto della città dello Stretto, commentando l’intervento compiuto questa mattina all’alba dalle forze dell’ordine nella Piana di Gioia Tauro: a Rosarno, Candidoni e Taurianova. Presenti, alla conferenza stampa svoltasi al palazzo del governo, anche il questore di Reggio, Raffaele Grassi, i comandanti provinciali di polizia, guardia di finanza, carabinieri e forestale, e il direttore provinciale del lavoro. «Bisogna mantenere sempre alta l’attenzione – ha proseguito Sammartino – nei confronti di una piaga molto grave. Un monito quasi settimanale. Siamo chiamati ad una grande responsabilità».
L’OPERAZIONE Nell’operazione di oggi sono state controllate tre imprese agricole e 36 operatori di cui 18 extracomunitari. «Ciò significa che gli altri 18 erano comunitari», ha fatto notare Sammartino. Elevate tre denunce per violazione delle normative sulle assunzioni. Infine, è stato denunciato il proprietario di un fondo e delle tre palazzine insistenti sullo stesso, situato in contrada Croce Gatto a Rizziconi, per riduzione e mantenimento in schiavitù. Le immagini riprese dai Ris mostrano le condizioni in cui venivano alloggiati i cittadini extracomunitari, costretti a vivere in situazioni di fatiscenza e degrado in tre caseggiati adibiti a dormitori e privi di servizi igienici. Il titolare avrebbe preteso il pagamento di un affitto mensile tra i 40-50 euro per ciascuno degli extracomunitari regolari individuati dalle forze dell’ordine. Diciannove persone in tutto, ma sono in corso ulteriori accertamenti. La guardia di finanza starebbe effettuando anche dei controlli sulle somme percepite dall’uomo e non dichiarate.
LOTTA AL CAPORALATO La prima operazione contro il caporalato, lo sfruttamento a basso costo di manodopera in violazione delle normative sul lavoro, si è tenuta l’11 novembre scorso a San Ferdinando, la seconda l’8 gennaio 2016 a Melicucco e Serrata, la terza il 14 gennaio Candidoni, Melicucco, Rosarno e San Ferdinando, la quarta il 21 gennaio a Rizziconi, San Ferdinando, Varapodio e Rosarno. «Il lavoro è una ricchezza per tutti e quindi deve essere rispettato – ha evidenziato il prefetto Sammartino -. Il nostro scopo è ripristinare il rispetto della dignità, della giustizia, della legalità e dell’equità dei lavoratori». In ciò rievocando quanto realizzato qualche giorno fa con l’adozione di un programma operativo concreto per gli extracomunitari di San Ferdinando e Rosarno. «Vale lo stesso principio. Ognuno deve fare la sua parte. Non stiamo parlando di parassiti, ma di persone che danno il loro contributo alla produzione».
LA PRESENZA DELLO STATO Prendendo la parola, il questore di Reggio Calabria Raffaele Grassi, ha precisato i dettagli delle operazioni. Sono 150 le perquisizioni effettuate nel corso dei servizi contro il caporalato. L’azione di prevenzione avrebbe quindi prodotto i suoi effetti. «Sono state contenute le paventate turbative all’ordine pubblico” ha detto Grassi, riferendosi alle passate aggressioni ai cittadini extracomunitari. «Questo dimostra come la presenza dello Stato sia molto forte su questi territori – ha poi concluso – tanto nella fase preventiva che in quella repressiva». Infine il prefetto Sammartino ha ribadito che l’attenzione non diminuirà, tanto nella Locride come nella Piana di Gioia Tauro. Il focus sono le organizzazioni criminali. Ha quindi annunciato il ritrovamento di un piccolo arsenale nascosto nei sotterranei di un’abitazione a Rosarno. «Una notizia importante – ha chiosato il prefetto – poiché le armi fanno parte del patrimonio delle associazioni».
Roberto Priolo
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