Teatro, l'Italia si "ridesta" a New York
COSENZA Dopo l’entusiasmante debutto del giugno 2014, lo spettacolo “L’Italia s’è desta”, di Rosario Mastrota, che ne firma anche la regia con Dalila Cozzolino, è pronto a sbarcare di nuovo a New Yor…

COSENZA Dopo l’entusiasmante debutto del giugno 2014, lo spettacolo “L’Italia s’è desta”, di Rosario Mastrota, che ne firma anche la regia con Dalila Cozzolino, è pronto a sbarcare di nuovo a New York. Dal 5 al 7 febbraio al Bernie Wohl Center, gli artisti cosentini della “Compagnia Ragli”, porteranno in scena la storia di Carla – ragazza calabrese a cui la Cozzolino presta il volto – considerata da tutti la sciocca del paese e per questo poco attendibile quando dice di aver assistito al sequestro da parte della ‘ndrangheta della nazionale italiana di calcio a qualche mese dell’inizio dei Mondiali. In breve tempo il paese si riempirà di curiosi, di giornalisti e perfino dell’esercito che, ingannati dal peso della notizia, non crederanno all’unica persona al corrente dei fatti, Carla. Le tre serate, saranno un’anticipazione del festival “In Scena!”, la kermesse newyorkese dedicata al teatro nostrano che quest’anno si terrà dal 2 al 16 maggio, la cui direzione artistica è affidata a Laura Caparrotti del KIT – Kairos Italy Theater Inc, compagnia che si impegna a promuovere la cultura italiana nel mondo. In un’intervista esclusiva al Corriere della Calabria, i due artisti calabresi raccontano la loro seconda esperienza nei teatri della Grande Mela.
Dopo due anni si torna a New York. Cosa vuol dire per voi e quanto è cresciuto il vostro lavoro in questi anni?
«Dopo due anni ritornare a New York ci rende orgogliosi per duplici motivi: innanzitutto per l’atto di stima della direzione artistica del Festival Inscena (Laura Caparrotti e Donatella Codonesu) che ci ha voluto nuovamente qui così come la direttrice del Bernie Wohl Center (Susan Macaluso) che nel 2014 alla fine dello spettacolo ci abbracciò felicemente commossa; poi per l’accoglienza da parte del pubblico americano che lo aveva visto nel 2014 e che nei social ha fatto rimbalzare la notizia suggerendo L’Italia s’é desta ad amici e conoscenti. Per ultimo, siamo orgogliosi di poter rivivere una settimana teatrale a New York, che non riguarda solo noi ma anche il teatro newyorkese che ci piace andare a vedere. In questi ultimi anni il nostro lavoro si è sviluppato completando la trilogia sulla smitizzazione della ‘ndrangheta con Panenostro (interpretato da Ernesto Orrico) e Ficcasoldi (interpretato da Dalila Cozzolino, Gianni Spezzano e Andrea Cappadona) e regalando un omaggio personale alla figura di Lea Garofalo con la messa in scena di uno spettacolo che ne ricorda l’eroismo dal titolo La Bastarda».
In occasione del vostro debutto del 2014, che risposta avete avuto dal pubblico italiano e cosa vi aspettate di trovare adesso?
«Lo spettacolo, come nel 2014, sarà in italiano con i sopratitoli in inglese. Nelle repliche dell’edizione precedente del festival abbiamo avuto una reazione davvero inaspettata dal pubblico perché, oltre al calorosissimo pubblico italiano, era presente un numerosissimo pubblico americano che è rimasto assolutamente entusiasta del lavoro, dell’interpretazione di Dalila e della forza dello spettacolo nella sua capacità di arrivare in maniera precisa e diretta a tutti. In tantissimi ci hanno seguito, iscrivendosi alla nostra newsletter, per esempio, curiosi e interessati anche agli altri nostri spettacoli e riempiendoci (letteralmente) di apprezzamenti. Quindi ci aspettiamo di motivarli e divertirli ancora una volta in questo 2016, sperando di ripetere l’impresa».
“L’Italia s’è desta” sarà un’anticipazione invernale di In Scena!, il festival di teatro italiano a New York. Che emozione si prova a ricoprire un ruolo così importante?
«Il nostro spettacolo, insieme a quello di Francesco Foti (Niuiorc Niuiorc), sono stati selezionati per questa rassegna invernale sulla base della loro ottima riuscita sul pubblico del festival nelle precedenti edizioni. Ora il pubblico sarà diverso, nuovo, per questo siamo emozionati: perché dovremo mettercela tutta per ripetere quello che di positivo è avvenuto la volta precedente. Qui, nonostante il freddo newyorkese, il calore del pubblico non manca, perciò aspettiamo la loro accoglienza con felicità. Dalila, probabilmente, avrà più preoccupazioni di me essendo lei a stare sul palco».
Il 6 febbraio terrete una lezione sulla commedia dell’arte e le sue maschere. Perché avete pensato di concentrarvi su questo periodo teatrale italiano?
«In realtà si tratta di una brevissima narrazione sulla commedia dell’arte che faremo in inglese. Lo faremo dopo lo spettacolo, quindi sarà una sorta di esercizio defaticante post replica. Abbiamo scelto di fare questa lezione dopo una chiacchierata con la direttrice del festival, Laura Caparrotti, in occasione di un nostro incontro a Roma. È uscito fuori che io ho studiato la Commedia dell’Arte con Dario De Luca (Scena Verticale) e ci ha chiesto di fare una breve presentazione per un pubblico curioso come quello newyorkese, tra l’altro in occasione del Carnevale».
Su quali personaggi vi concentrerete?
«Ne mostreremo diverse: gli Zanni, i Capitani, Pantalone, Pulcinella. Io, in uno spettacolo di Scena Verticale (Il Mondo di Arlecchino) mi diverto tantissimo a fare il capitano calabrese della Commedia dell’Arte, Capitan Giangurgolo, e sarò felice di farlo conoscere anche qui».
Avrete altre date negli Usa? Quando vedremo lo spettacolo in Italia?
«Lo spettacolo gira dal 2012, non so dirti al momento quando e dove lo faremo in Italia, ma posso dirti che saremo sicuramente in scena con Ficcasoldi e La Bastarda. Per questo ultimo spettacolo abbiamo da pochissimo ricevuto il prestigioso patrocinio della Città Metropolitana di Milano. Per tutte le date basta seguirci sulla nostra pagina Facebook o sul nostro sito».
Prossimi progetti della “Compagnia Ragli”?
«Dopo aver approfondito a lungo la tematica mafiosa e ‘ndranghetista e avendo concluso la trilogia di spettacoli di fiction (L’Italia s’è desta, Panenostro e Ficcasoldi) con uno spettacolo che racconta la storia di un personaggio realmente esistito (La Bastarda) siamo orientati verso un deciso cambiamento. Voltiamo la pagina “‘ndrangheta” e ci mettiamo a scrivere su quella nuova. Abbiamo tanti testi da studiare al rientro e continueremo a fare teatro civile».
Miriam Guinea
redazione@corrierecal.it