Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 10:32
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

Il "caso Cosenza" approda in Parlamento

COSENZA Il terremoto politico con epicentro nella città dei Bruzi si propaga fino a Roma. Lo scontro sul “caso Cosenza” si sposta in parlamento dove i deputati calabresi del Pd, da un lato, e qu…

Pubblicato il: 07/02/2016 – 15:53
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Il "caso Cosenza" approda in Parlamento

COSENZA Il terremoto politico con epicentro nella città dei Bruzi si propaga fino a Roma. Lo scontro sul “caso Cosenza” si sposta in parlamento dove i deputati calabresi del Pd, da un lato, e quelli di Forza Italia, dall’altro, si rivolgono ai massimi livelli istituzionali del Paese con due diverse interrogazioni. Ernesto Magorno, Enza Bruno Bossio, Ferdinando Aiello e Stefania Covello contro Roberto Occhiuto e Jole Santelli, questi ultimi già firmatari nei giorni scorsi di un atto parlamentare che “preannunciava” l’epilogo del mandato del sindaco e presidente della Provincia.

PD: FALLIMENTO POLITICO DI OCCHIUTO La pattuglia cosentina a Montecitorio del Pd è la prima ad attaccare in una domenica in cui le agenzie sono costrette a battere lanci a profusione. «Lo scioglimento del consiglio comunale – scrivono Magorno, Bruno Bossio, Aiello e Covello – non è solo la risultante del fallimento politico – amministrativo dell’amministrazione Occhiuto ma è innanzitutto un’azione interruttiva di un progressivo e crescente processo di degrado e degenerazione morale. Al Comune di Cosenza l’illegalità è stata, di fatto, eletta a norma. Sono molteplici e numerosi gli indizi che connotano un contesto torbido e di intrecci politico-affaristici che caratterizzano l’azione amministrativa di Palazzo dei Bruzi».
Nel mirino c’è soprattutto l’ex sindaco forzista Mario Occhiuto, che ha parlato di «corruzione elettorale» in riferimento all’operazione politica sfociata nelle dimissioni di 17 consiglieri comunali. «Lo scioglimento del Consiglio – spiegano sempre i quattro deputati dem – non è solo la manifestazione di una volontà tesa a promuovere un progetto politico alternativo all’esperienza amministrativa guidata da Occhiuto ma è anche e soprattutto un atto di responsabilità finalizzata a tutelare l’istituzione comunale da possibili effetti devastanti conseguenti a numerose indagini che la magistratura ordinaria e la Direzione distrettuale antimafia, da come si evince dalla stampa, stanno conducendo. Il segretario regionale del Pd aveva responsabilmente invitato il sindaco di Cosenza a dimettersi “prima che fosse troppo tardi”, ma ancora volta è prevalsa l’irresponsabile vanità. E per questo che lo scioglimento del consiglio comunale è da considerare atto salvifico e di bonifica sociale e morale».
«O si va avanti – proseguono sempre Magorno, Bruno Bossio, Covello e Aiello – verso un’intensa azione di rinnovamento e risanamento morale o la crisi della città di Cosenza è destinata ad essere irreversibile e a compromettere il futuro delle nuove generazioni. A Cosenza bisogna voltare pagina: la città merita amministratori che elevino il prestigio e la credibilità dell’istituzione anche e soprattutto capace di valorizzare e promuovere l’identità di una comunità che è orgogliosa della propria storia e delle sue tradizioni per rilanciare la “cosentinità” come un valore e non ridurla ad un immeritato disvalore».

GLI AZZURRI: BARBARIE POLITICA Da parte loro, il fratello del sindaco disarcionato e la coordinatrice regionale azzurra ricordano l’interrogazione a risposta immediata in Commissione Affari costituzionali con la quale nei giorni scorsi «veniva denunciato il tentativo da parte di esponenti del Pd di corrompere consiglieri comunali di maggioranza al Comune di Cosenza al fine di ottenere da loro le dimissioni dalla carica e, di conseguenza, la fine anticipata della legislatura consiliare». A quella richiesta seguì una risposta definita «interlocutoria» del governo che però assumeva «un impegno di vigilanza e controllo sulle situazioni indicate».Occhiuto e Santelli sostengono che i «tentativi di “corruzione politica” hanno portato sabato 6 febbraio alle dimissioni di17 consiglieri comunali; incontri con blandizie, minacce e promesse di diverso tipo sono stati al centro di giornate convulse. Ad avvelenare il clima notizie di stampa che annunciavano indagini, l’avvio di commissioni d’inchiesta, il tutto condito da un sapiente miscuglio di pseudo fughe di notizie, millanterie e presunte soffiate. Si è scritto anche di presunte notizie provenienti da organi di polizia giudiziaria o di magistrati, e addirittura di “soffiate” attribuite direttamente al ministro della Giustizia Andrea Orlando». Secondo i due deputati azzurri, «particolare attenzione deve essere posta al progetto “Metro leggera”, fortemente avversato dal sindaco Mario Occhiuto e coacervo di rilevanti interessi economici regionali e locali». Tutto questo «appartiene alla barbarie della politica e della giustizia» secondo «un modo di procedere che travolge dignità delle persone e interesse della città».
Anche perché, sostengono i parlamentari di Forza Italia, «il sindaco non ha ricevuto alcun avviso di garanzia, né dalla procura di Cosenza né da Catanzaro. E questo perché l’azione dell’amministrazione è sempre stata sempre improntata a criteri di legalità, soprattutto nei lavori pubblici dove in questi anni rispetto alle amministrazioni precedenti si è drasticamente ridotta la percentuale di affidamenti diretti». Anzi «i lavori pubblici principali, proprio in ragione della legalità e trasparenza sono sempre stati attribuiti tramite una commissione prefettizia». E «al Sindaco è stata assegnata la protezione personale per le minacce ricevute dopo aver fatto emergere le irregolarità nel sistema delle cooperative sociali».

Argomenti
Categorie collegate

x

x