Mattiello: «Lo Stato ha il dovere di utilizzare i beni sottratti ai clan»
REGGIO CALABRIA Anche il parlamentare della commissione Antimafia Davide Mattiello ha voluto essere presente all’inaugurazione del nuovo negozio di Tiberio Bentivoglio, il pioniere della lotta al rac…

REGGIO CALABRIA Anche il parlamentare della commissione Antimafia Davide Mattiello ha voluto essere presente all’inaugurazione del nuovo negozio di Tiberio Bentivoglio, il pioniere della lotta al racket a Reggio Calabria, da oggi anche primo imprenditore ad avviare un’attività commerciale in un bene confiscato. «La sensazione che ho avuto, non essendo reggino, è una sensazione di compattezza e corresponsabilità. Non è retorico dire che si respirava di convergenze, di solidità», dice Mattiello.
«La vicenda di Tiberio Bentivoglio, imprenditore che denuncia il racket e diventa testimone di giustizia, – aggiunge Mattiello – che riapre il negozio in un bene confiscato alla mafia non ha precedenti e non ha eguali in Italia. Una situazione del genere dimostra una presenza istituzionale coraggiosa, il fatto che qui si sia trovata questa soluzione dimostra che qui c’è un circuito istituzionale coraggioso. Sapendo noi quanto a volte basti poco per mettere davanti la burocrazia per impedire di trovare soluzioni, di fronte a quello che è successo qui non possiamo che constatare la presenza di un circuito istituzionale – prefettura, Procura, Comune – che ha voluto trovare questa soluzione. Questa volontà, trovata nel perimetro della legge è straordinaria, perché sappiamo come il perimetro della legge possa diventare l’alibi burocratico per il “non si può fare”».
Per questo dice il deputato, impegnato tanto sul fronte della riforma del codice antimafia, come della legge sui testimoni di giustizia, è auspicabile che l’intera vicenda serva a dare slancio ai due progetti e faccia da sprone al Parlamento. Il nuovo codice è stato approvato alla Camera, ma si è bloccato al Senato, dove si attende che la commissione competente inizia a esaminarlo, mentre per quanto riguarda l’altra norma – sottolinea indignato Mattiello – «noi abbiamo depositato in entrambi i rami del Parlamento una proposta di riforma organica del sistema tutorio, che non è ancora neanche assegnata». La vicenda Bentivoglio, in questo senso, è per il deputato «un laboratorio, è un’anticipazione di quello che la legge dovrà indicare. Che un bene nato per l’attività d’impresa, prima sequestrato poi confiscato venga assegnato a un imprenditore che ha denunciato i clan credo che sia nello spirito della legge. Lo Stato ha il dovere e la responsabilità di far usare i beni strappati ai clan da qualcuno. Una preferenza per l’imprenditore che si è schierato contro il racket sta nell’ordine delle cose, tanto più che qui si è fatto. Mi auguro che questo modello diventi paradigna». Per Mattiello, «è necessario che lo Stato liberi subito i beni che strappa alla criminalità organizzata, così come va anticipiato l’utilizzo di quel bene in via provvisoria». La vera sfida però – sottolinea in conclusione Mattiello – non può e non deve essere quella di Bentivoglio perché «è eroica. Credo che lo stimolo migliore sia rendere normali certe scelte»