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Le nuove forme di corruzione tra codici e appalti

CATANZARO Ha un valore numerico pressoché incalcolabile, ma il suo costo sociale è enorme. La corruzione, negli anni, è diventata una piaga contro cui combattere è stato difficile. Sono molte le fatt…

Pubblicato il: 05/05/2016 – 20:02
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Le nuove forme di corruzione tra codici e appalti

CATANZARO Ha un valore numerico pressoché incalcolabile, ma il suo costo sociale è enorme. La corruzione, negli anni, è diventata una piaga contro cui combattere è stato difficile. Sono molte le fattispecie di corruzione, tanto che individuarle, dal punto di vista tecnico-giuridico, non è mai stato semplice. Così il rapporto tra imprese e pubbliche amministrazioni finisce per essere sempre messo in discussione, con la sfiducia dei cittadini che aumenta. I casi più eclatanti hanno sempre riguardato il tema complesso degli appalti dove, spesso e volentieri, la discrezionalità dei soggetti proponenti finisce per favorire qualcuno. E la domanda è sempre la stessa: è un caso oppure quel bando doveva vincerlo proprio quell’azienda?
Questi e tanti altri i temi al centro del seminario che questa mattina si è tenuto presso l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, organizzato dalla Guardia di finanza, che ha visto la partecipazione di Michele Corradino, consigliere dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), Giovanni Bombardieri, procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, del generale Gennaro Vecchione, comandante delle unità speciali della Gdf, del generale Francesco Carofiglio, ufficiale di collegamento tra Gdf e Anac, e del generale Gaetano Scazzeri, comandante del nucleo speciale anticorruzione della Guardia di finanza. Il seminario, valido anche come appuntamento formativo per diverse categorie professionali, ha visto la partecipazione di centinaia di professionisti tra avvocati, giornalisti e commercialisti.
In Italia a fronte di una forte diffusione dei fenomeni corruttivi, abbiamo delle statistiche giudiziarie molto basse: questo è dovuto ad una serie di fattori, anche se ormai da qualche anno c’è un’inversione di tendenza dovuta anche alle modifiche normative che permettono, ad esempio, una maggiore possibilità di sequestro e confische patrimoniali o l’introduzione di circostanze attenuanti per chi collabora o la previsione della subordinazione della concessione della sospensione condizionale previo pagamento del profitto del reato. Sono tutti strumenti «che vanno nella direzione giusta, anche se è ancora presto se dire quanto possono essere efficaci».
Novità normative che sono entrate di recente nel codice degli appalti emanato di recente. Per la sua applicazione, l’Anac ha stilato una bozza di linee guida che sono state presentate nel corso del seminario da Corradino: «L’evoluzione normativa introdotta dal codice degli appalti segna una rottura col passato grazie ad una nuova filosofia di intendere gli appalti, l’Anac ha emanato una bozza di linee guida che ora sono in consultazione. Una consultazione che prendiamo molto sul serio perché abbiamo bisogno di capire cose ne pensano le associazioni di categoria e gli operatori perché queste linee guida disciplineranno nel dettaglio le diverse fasi degli appalti. Si deve infatti evolvere il rapporto tra amministrazioni e imprese, con le amministrazioni che si aprono al mercato in quadro di massima trasparenza e tracciabilità dei rapporti, ma le imprese devono anche pretendere che l’amministrazione sia trasparente».
Tra le fattispecie più “nuove” di corruzione di cui si è discusso nel corso della giornata formativa, è emersa quella relativa al ruolo del “facilitatore”, un soggetto che di fatto non compie e non firma degli atti, ma che si mette a servizio delle imprese per rendere più snelli, più semplici i rapporti tra le imprese e le amministrazioni pubbliche. Con le nuove linee guida e il nuovo codice degli appalti, come lo stesso Corradino ha spiegato, si mira ad evitare tali pratiche grazie alla trasparenza dei rapporti tra imprese e pubbliche amministrazioni.

Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it

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