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Unical, "Il Padrino" diventa uno spot elettorale



COSENZA Il motivetto è chiaro: votare il candidato alle elezioni universitarie del 18 e 19 maggio. Lo spot elettorale messo in rete riprende due famosi film, “Il Padrino” e “Shining”, e ripropone ogn…

Pubblicato il: 12/05/2016 – 13:50
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Unical, "Il Padrino" diventa uno spot elettorale



COSENZA Il motivetto è chiaro: votare il candidato alle elezioni universitarie del 18 e 19 maggio. Lo spot elettorale messo in rete riprende due famosi film, “Il Padrino” e “Shining”, e ripropone ogni volta lo slogan di “votare bene e di votare saggio”. Ma se nella parodia di Shining la goliardata elettorale si può cogliere, lo spot ispirato al Padrino ha lasciato di stucco più d’uno per le scelte, diciamo così, di sceneggiatura. Qui non si ride, non c’è parodia sui personaggi della saga di Mario Puzo, non si smonta l’ideologia mafiosa della clientela e dei favori. Al contrario: uno studente universitario va a chiedere vedetta per un torto subìto da altri compagni durante un esame, al Paolino (ma il nome è l’unica nota ironica), il mafiosetto di turno che “controlla” Uniwex, il sistema che gestisce gli esami, la massima aspirazione di potere per uno studente, che permetterebbe di aggiungere o togliere materie a piacimento. Lo studente si affaccia all’orecchio del mafiosetto e gli sussurra i suoi desiderata, cioè che il “manipolatore” di Uniwex cancelli tutta la carriera universitaria dei suoi nemici. Il padrino concede di cancellare solo quell’esame e in cambio, dice: «Non è mia consuetudine chiedere un favore appena mi si chiede di farne uno, ma questo è davvero importante. Come sai le elezioni universitarie si avvicinano e quindi: per il dipartimento di Studi umanistici vota bene, vota saggio, vota Staino il 18 e 19 maggio». E conclude: «Questa è persona mia». Dopodiché appare il manifesto elettorale del candidato, braccia conserte, pancia in dentro e petto in fuori.

LE PROTESTE DI LIBERA Tra le proteste per contenuto “diseducativo” del video c’è quella di Libera Unical: «Il coordinamento provinciale di Libera, associazioni nomi e numeri contro le mafie, di Cosenza e in particolare il gruppo denominato Libera Unical, esprime perplessità sulla scelta di un candidato a rappresentante per il dipartimento di Studi umanistici, lo studente Francesco Staino, di promuovere se stesso e le liste che lo appoggiano attraverso la diffusione di un video elettorale che riteniamo discutibile e profondamente diseducativo», scrivono in una nota. «Nella specie, la scelta del candidato, o di chi per lui, è stata quella di ispirarsi al film “Il Padrino”, pellicola che, al di là di ogni giudizio estetico, e comunque risalente a un periodo storico in cui la coscienza civile intorno al fenomeno così come la conoscenza dello stesso era decisamente inferiore a quella di oggi, ha di fatto veicolato una immagine edulcorata e quasi eroica della mafia siciliana e del fenomeno mafioso in generale, riducendone la portata di pericolosità sociale a elemento di folklore e a tratto quasi culturale di un certo modo di essere italiani. Peraltro, nella scena finale di questo discutibile spot elettorale, il boss, dopo aver accettato di risolvere un problema dello studente che a lui si era rivolto, chiede allo stesso – in cambio – di votare per il proprio candidato. Viene davvero da chiedersi quali, tra le molte immaginabili, ragioni possano spingere un giovane universitario a farsi latore di un messaggio nel fondo così becero e diseducativo. Non c’è ironia e tantomeno autoironia nel video elettorale richiamato ma solo una stanca (ma non per questo incolpevole) riedizione della solita immagine rassicurante della mafia e dello scambio clientelare favore/voto».
Ma la questione video è lungi dall’essersi chiusa: diversi, infatti, sono coloro che si sono scagliati contro Matteo Dalena, “reo” di avere riportato la notizia sulla Gazzetta del Sud. Insulti a parte, c’è chi si è profuso in insinuazioni sulla carriera universitaria di Dalena che è cultore della materia in Storia moderna e collabora di tanto in tanto, gratuitamente, con i docenti. C’è chi medita indagini sul suo conto, sulla sua busta paga e su parentele, inesistenti, con alcuni professori. Insomma, una trasposizione dal video alla realtà. «Siamo altresì preoccupati – scrivono da Libera – per le voci, in realtà poche, a sostegno del candidato che attaccano in maniera inusitata – secondo sequela tipica da “campagna del fango” e con toni degni di una “retorica” che non dovrebbe appartenerci più – un giornalista che ha fatto il suo dovere di cronista attento a quanto accade nella comunità accademica di Arcavacata. Quando si attacca chi comunica, davvero c’è da essere preoccupati».

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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