Civati: no al Pd che inciucia con Verdini
COSENZA «A Cosenza ci sono troppi carri del vincitore. Noi siamo come una Lambretta senza capibastone». Invidiabile aplomb molto in sintonia col candidato a sindaco che è venuto a supportare, ba…

COSENZA «A Cosenza ci sono troppi carri del vincitore. Noi siamo come una Lambretta senza capibastone». Invidiabile aplomb molto in sintonia col candidato a sindaco che è venuto a supportare, battuta pronta e interventi ficcanti che rispecchiano una buona conoscenza delle dinamiche cosentine. È un Pippo Civati in discreta forma quello giunto nella città di Telesio per un veloce briefing con stampa e militanti della lista “Cosenza in Comune” che sostiene Valerio Formisani per lo scranno più alto di Palazzo dei Bruzi. «Fa un po’ caldo», dice Pippo il rosso inconsapevole di avere trovato invece un pomeriggio assai più clemente di qualche giorno addietro, ma si concede di buon grado a telecamere, taccuini, aspiranti candidati e simpatizzanti ansiosi del contatto. Una piccola folla che si ritrova compatta e orgogliosa – unico big della politica locale Mimmo Talarico – al Gran Caffè Renzelli, bicentenaria location del centro storico con vocazione per gli incontri culturali. E non solo. Il punto è che per il leader di “Possibile”, che sia la politica nazionale («il referendum costituzionale sembra un referendum su Renzi, a me lui sembra un Andreotti con meno cultura, noi invece dovremo spiegare bene le ragioni del no») o quella locale («no ad un Pd che guarda ai verdiniani e a chi si allea coi fratelli Gentile»), il tempo dei compromessi è scaduto.
«Deve finire la stagione delle larghe intese. Noi vogliamo costruire un progetto che abbia un profilo di governo differente da quello che c’è. Credibile ma soprattutto che abbia le idee chiare su quello che si vuole fare in futuro, che rappresenti l’alternativa» afferma prosaicamente. Poco interessato ad ammucchiate a sinistra – «non ci interessano le sommatorie di sigle» dirà riferendosi alla nascita del nuovo Pci di cui farà parte ad esempio Rifondazione comunista, anch’essa supporter di Formisani, «ma i cittadini rimasti orfani di riferimenti politici» – è invece affascinato dal laboratorio Cosenza. «Una città dalla grande tradizione di sinistra che sembra già essersi portata avanti sul progetto politico inclusivo che intendo io».
Ed è qui che scatta il feeling politico con Valerio Formisani che da una parte ripropone i suoi cavalli di battaglia concettuali per evidenziare poi come “Cosenza in Comune” sia una lista fatta «di giovani, uomini e donne di varie etnie e religioni, scollegata dalle baronie locali, capace di portare alla ribalta le persone ed i beni comuni. Al di là di come andrà il 5 giugno, il mio impegno è per un percorso di ricostruzione a sinistra». Il medico cosentino, inoltre, nel ribadire che in caso di ballottaggio fra altri competitor non darebbe alcuna indicazione di voto poiché «non siamo compatibili con altre proposte politiche» afferma anche, sebbene segnalato come una delle possibili sorprese in positivo della prossima tornata elettorale, di non temere l’artificio del voto disgiunto guadagnandosi un ulteriore endorsement da Civati: «Basta pasticci, Valerio ha detto una cosa politica importante sul piano progettuale».
«Il voto disgiunto – spiega infatti Formisani – non serve a nulla. Che significato avrebbe avere qualcuno in Consiglio comunale senza la sua squadra? Non avrebbe gli stimoli giusti”. Ma l’happening volge al termine. Pippo il rosso deve dirigersi verso lo Ionio per un altro blitz elettorale, che poi rappresenta un momento importante visto che «da stasera – dice – ‘Possibile’ sarà ufficialmente anche a Rossano».
edo. tri.