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Renzi vuole "cancellare" il Pd cosentino

COSENZA Ora che il disastro è compiuto (con il Pd che a Cosenza, con il 7% dei consensi raccolti, fa registrare la peggiore performance dell’intero Paese), tutti invocano l’arrivo di un commissario…

Pubblicato il: 07/06/2016 – 12:53
Renzi vuole "cancellare" il Pd cosentino

COSENZA Ora che il disastro è compiuto (con il Pd che a Cosenza, con il 7% dei consensi raccolti, fa registrare la peggiore performance dell’intero Paese), tutti invocano l’arrivo di un commissario. Lo chiede – pur senza pronunciare ufficialmente la fatidica “parola” – Stefania Covello, lo lascia intendere velatamente Ernesto Magorno. In ogni caso, Matteo Renzi non intende concedere sconti a nessuno, men che meno a coloro che finora hanno avuto compiti di responsabilità all’interno del partito. «Cambieremo tutto, soprattuto al Sud», è il mantra di queste ore del segretario-premier. C’è il disastro di Napoli in cima all’agenda di Renzi, ma chi ci ha parlato assicura che anche il “caso Cosenza” è rubricato alle emergenze da affrontare nel più breve tempo possibile.
E poco importa se la minoranza interna punta il dito contro l’accordo (fallimentare) con i verdiniani di Ala. «Speranza e Cuperlo – ragiona uno dei renziani calabresi duri e puri – si lamentano per l’intesa trovata a Cosenza con Mancini, Galati e Morrone? A loro forse sfugge che tra i fautori dell’accordo ci sono stati proprio i loro proconsoli…». Dove per proconsoli si intendono i vari Adamo, Bruno Bossio, Guglielmelli e anche il governatore Oliverio, sospeso a metà tra i renziani e i bersaniani.
Insomma, c’è tutto lo stato maggiore del Pd cosentino nel mirino del Nazareno, ma non Carlo Guccione. A lui non viene imputata nessuna particolare responsabilità. «Partiva da una situazione più che compromessa», è il commento più ascoltato a Roma dopo la chiusura delle urne. Certo, un risultato così modesto nessuno se lo aspettava. Nemmeno il ponte di comando dei Giovani turchi, la corrente di Orfini e Orlando a cui Guccione è iscritto da tempo. E tuttavia al consigliere regionale viene riconosciuta «la generosità» di essersi speso nonostante una situazione resa ancora più complicata dal ritiro in corsa di Lucio Presta.
Renzi, comunque, cambierà molto nell’organigramma dei dem in vista di quella che considera la madre di tutte le battaglie: il referendum confermativo sulla riforma costituzionale. «Ho detto a Matteo che con questo gruppo dirigente si rischia di perdere il referendum in Calabria», è la perfida battuta di Tonino Gentile. Il sottosegretario allo Sviluppo economico, che è rimasto ad osservare da Roma la campagna elettorale cosentina, non si dice «sorpreso» per il responso delle urne e torna a pungere i dem.
Il leader del Pd, al netto di ogni osservazione, è sempre più convinto: «In tutto il Mezzogiorno va fatta una grande rivoluzione». La stagione dei cacicchi potrebbe essere davvero giunta al capolinea.

Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it

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