Le speranze dei 482 migranti nel porto di Reggio
REGGIO CALABRIA Arrivano dalla Nigeria, dal Marocco, dal Sudan i 482 migranti accompagnati oggi a Reggio Calabria dalla nave Borsini della Marina Militare. Per ore, pazienti sotto un sole impietoso…

REGGIO CALABRIA Arrivano dalla Nigeria, dal Marocco, dal Sudan i 482 migranti accompagnati oggi a Reggio Calabria dalla nave Borsini della Marina Militare. Per ore, pazienti sotto un sole impietoso, hanno atteso al porto che tutto fosse pronto e lo sbarco potesse iniziare. E solo a diverse ore dall’arrivo in porto – lentamente – scendono dalla scaletta della nave, diretti verso l’équipe sanitaria composta da medici e infermieri dell’Azienda ospedaliera, dell’Usmaf, del Suem 118, che li visita e li controlla, quindi sotto al tendone, dentro al quale aspetteranno il loro turno per le procedure di identificazione. Chi durante il viaggio o nell’attesa di salire sui barconi ha contratto scabbia o pidocchi, viene isolato dal gruppo e indirizzato verso la tenda predisposta per il trattamento igienico – sanitario da Regione Calabria. Nel frattempo, le associazioni di volontariato come Caritas, Coordinamento ecclesiale e Croce Rossa italiana fanno il possibile per dare una mano a chi dopo lunghe traversate e attese, si prepara a nuove attese e nuovi viaggi. C’è da aspettare per l’identificazione, c’è da aspettare per sapere in quale città sarà possibile riposare e recuperare le forze. Nonostante da tempo Reggio Calabria sia uno dei principali porti di smistamento dei migranti soccorsi nel Mediterraneo, non è ancora stata individuata ed attrezzata una struttura dignitosa che possa garantire l’accoglienza di breve o medio periodo. Tutti i centri del Reggino, possono offrire solo riparo temporaneo. Anche per questo, i volontari si impegnano al massimo per restituire calore e umanità a uomini e donne che, dopo lo sbarco a Reggio, saranno obbligati a rimettersi in viaggio. Un dolce e un succo di frutta per fornire zuccheri pronti, acqua per idratare, ciabatte per i tanti che hanno perso le scarpe durante il viaggio, vestiti puliti, qualche gioco improvvisato per i più piccoli. Piccoli gesti ormai divenuti routine, da quando l’emergenza Mediterraneo è divenuta esodo.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it