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La timida ripresa e il freno della corruzione

CATANZARO «Per il 2015 abbiamo registrato timidi segnali positivi nell’economia calabrese». Non si sbilancia Sergio Magarelli, direttore della filiale catanzarese di Banca d’Italia, nel presentare i…

Pubblicato il: 16/06/2016 – 13:16
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La timida ripresa e il freno della corruzione

CATANZARO «Per il 2015 abbiamo registrato timidi segnali positivi nell’economia calabrese». Non si sbilancia Sergio Magarelli, direttore della filiale catanzarese di Banca d’Italia, nel presentare i dati contenuti nel rapporto sullo stato di salute dell’economia della nostra regione: «Non possiamo ancora parlare di avvisaglie di ripresa, ma i segnali positivi riguardano le famiglie e i consumi, con un incremento del credito erogato, e con un lieve incremento del turismo, sebbene le grandi potenzialità della nostra regione non siano ancora del tutto messe a frutto. Non dobbiamo quindi partire con facili entusiasmi, la situazione è grave perché densa di carenze strutturali che sono sotto gli occhi di tutti. C’è da affrontare la problematica dei livelli occupazionali che anche quest’anno sono in diminuzione, soprattutto per quanto riguarda le fasce più deboli come donne e giovani. Preoccupa il dato dei giovani che non studiano e non lavorano, perché nella nostra regione è molto vicino ad una cifra da incubo che è del 50%».
A frenare la ripresa, quindi, le carenze strutturali e del tessuto economico di cui è caratterizzata la Calabria: «Le dimensioni delle aziende influiscono parecchio sui risultati: il dato, infatti, ci dice che le aziende più grandi, che possono quindi usufruire di economie di scala ed essere competitive, sono quelle che hanno ottenuto risultati meno negativi, mentre le aziende più piccole sono quelle che più facilmente soffrono».
Non solo le congiunture però frenano la Calabria e la sua economia: Magarelli, anche in questa occasione, ha infatti sottolineato come sia necessaria «l’eliminazione di questa catena perversa costituita dall’intreccio tra criminalità organizzata e fenomeni corruttivi. Bisogna riscrivere le regole sociali e operare una vera e propria riforma culturale: in questo, tutte le istituzioni – ognuna per la propria parte di competenza – dobbiamo fare il nostro ruolo affinché si incrementi quel capitale sociale che è condizione necessaria per elevare la Calabria».
Mentre nelle sedi istituzionali politiche regionali serpeggia ottimismo per i nuovi patti per la Calabria, Banca d’Italia non si esprime sul merito delle iniziative, ma sottolinea: «Bisogna cogliere con positivo interesse la possibilità che flussi finanziari così ingenti, se impiegati in modo produttivo, possono essere importantissimi per la nostra regione. Ma senza la precondizione di cui dicevo prima – prosegue Magarelli – temo che continueremo a sopravvivere e non alla completa guarigione del malato Calabria: ecco perché credo che sia necessario che questi flussi vengano utilizzati verso l’economia più sana. Perché ciò avvenga, però, l’economia più sana deve potersi esprimere».

I DATI Nel corso dell’incontro con i giornalisti, sono stati diffusi i dati contenuti all’interno del rapporto. A farlo sono stati i componenti del nucleo di ricerca economica di Banca d’Italia Giuseppe Albanese, Iconio Garrì e Antonio Covello.
A conferma dell’espressione “timidi segnali positivi”, il PIL reale della nostra regione nel 2015 è sostanzialmente invariato e fa segnare solamente un +0,1% rispetto all’anno precedente. Il dato è influenzato dalla composizione del tessuto economico, fatto soprattutto di aziende di servizi (83% del totale) che hanno fatto registrare un fatturato stabile e un outlook di crescita. Ad incidere anche la lieve inversione di tendenza nei consumi che non sono più in calo.
Aumenta il fatturato nel settore delle industrie delle utilities (acqua, luce, rifiuti), così come ha subito un incremento (+15,1%) il fatturato delle imprese che esportano, ma lo scarso numero di imprese che operano nell’export manifatturiero ha determinato la scarsa incidenza del comparto sui dati aggregati.
Anche il settore immobiliare fa registrare una stabilizzazione delle transazioni e delle quotazioni degli immobili, ma i prezzi medi al metro quadro (730 euro) rimangono a circa la metà di quelli del sistema Italia.
La quota occupazionale è pari al 38,9%, un dato decisamente inferiore al resto del Paese, con i maggiori cali che si sono registrati tra i giovani (-7,7%). Il calo ha riguardato solamente lavoratori dipendenti (-3,3%), mentre in aumento il numero dei lavoratori autonomi (+3,9%).
Per il comparto trasporti, calano i passeggeri degli aeroporti di Lamezia Terme e Reggio Calabria, un calo solo in parte assorbito dall’incremento dei passeggeri su Crotone. Prosegue invece il crollo del porto di Gioia Tauro, schiacciato tra la competitività degli altri porti europei molto più capaci nel transhipment e quella degli altri porti italiani che hanno migliori collegamenti con linee di trasporto su ferro e su gomma. Ad influire sul mancato sviluppo del porto, i mancati investimenti pubblici promessi: nel 2010, accordi di programma puntavano a destinare allo scalo 495 mln di euro per servizi e infrastrutture, ma per ora solo una parte di interventi sulle infrastrutture è in avanzamento.

MUTUI Qualche piccolo sorriso lo regala il settore mutui e prestiti ai privati: nonostante la stretta sulla concessione del credito da parte dei cinque maggiori gruppi bancari italiani, in Calabria si registra un incremento dell’1,2% sui crediti concessi alle famiglie. Ancora fermi quelli per le imprese.
Le condizioni economiche complessive e le misure prese dalla Bce sul costo del denaro, hanno stimolato la domanda, portando ad un incremento del 43% nell’erogazione di mutui, anche se siamo ancora lontani dai livelli prima della crisi.
Il costo del denaro molto basso, induce a scegliere mutui a tasso fisso (circa il 70% del complessivo), mentre il tasso medio è attorno al 3%.
Per quanto riguarda il credito al consumo, la domanda è spronata soprattutto dai beni durevoli: il dato più significativo è quello relativo al tasso di ingresso in sofferenza, pari a circa il 2,2%, dato doppio rispetto all’Italia.
Rallentano i risparmi, sintomo di una maggiore fiducia nel sistema economico globale da parte dei cittadini, ma è anche dovuto ai bassissimi rendimenti offerti da titoli di risparmio ed obbligazioni statali che ormai non attirano più.

CREDITO ALLE IMPRESE Le performance migliori nel credito alle imprese si registrano nelle province di Reggio Calabria e Cosenza, mentre nelle altre tre i dati parlano ancora di un calo nell’erogazione. La concessione dei prestiti, sia a breve che a lungo termine, alle imprese si fonda sempre sulla concessione di garanzie da parte dello Stato o della Regione, con i Fondi di Garanzia che più spesso hanno sostenuto le domande rispetto alle finanziarie regionali.
Per quanto riguarda i tassi, la media nel lungo termine è di poco inferiore al 4%, mentre per quelli a breve ci si attesta attorno all’8%. I dati sull’ingresso a sofferenza, dicono che il 6,9% delle aziende è a rischio.

Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it

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