ROMA La Prima Commissione del Csm ha audito, ieri, il presidente della Corte d’appello di Reggio Calabria, Luciano Gerardis, in riferimento alla vicenda delle recenti scarcerazioni, per decorrenza dei termini di custodia cautelare, di condannati per reati di criminalità organizzata a Reggio Calabria. Lo rende noto il presidente della Prima Commissione Renato Balduzzi, che, in apertura del Plenum, aveva posto il tema della situazione di Stefania Di Rienzo, la magistrata oggetto di pesanti critiche per non aver rispettato i tempi per il deposito delle motivazioni della sentenza d’appello del relativo processo. «Il problema – ha spiegato Balduzzi – non riguarda la singola magistrata, tant’è che in Prima Commissione per la relativa pratica è stata, dopo i chiarimenti dati dal presidente della Corte d’Appello, proposta l’archiviazione. Quand’anche la decisione fosse stata depositata nei termini, la scarcerazione vi sarebbe stata ugualmente, in quanto il ricorso in Cassazione non sarebbe stato deciso entro i termini suddetti». «Come ci ha attestato il presidente Gerardis – ha proseguito il presidente Balduzzi – il problema non tocca il lavoro della magistrata in questione, stimata e grande lavoratrice, ma è di sistema, cioè la cronica inadeguatezza degli organici calabresi a fronte della mole di processi e soprattutto maxiprocessi di criminalità organizzata». «Servono interventi urgenti quanto a nuovi posti da bandire per gli uffici reggini, incentivi economici, di mobilità e di carriera così da ridurre il rischio che i bandi vadano deserti, nonché un piano straordinario di applicazione di magistrati da altri distretti». «Stando così le cose – chiosa Balduzzi – c’è lavoro urgente per tutti: legislatore, ministero e naturalmente Csm. Se il problema è sistemico, va affrontato con una risposta di sistema, cioè globale. È quanto ho proposto al Plenum».
LE PIANTE ORGANICHE Serve, insomma riflettere sulle piante organiche della magistratura, affrontando il tema della mobilità e della necessità di richiedere al ministro un intervento per ripensare gli incentivi per le sedi disagiate, che dovrebbero essere individuati di volta in volta dal Csm «con una assunzione di responsabilità politica». È quanto è stato sottolineato oggi nel corso del dibattito al Plenum del Csm sulle carenze di organico in alcuni uffici giudiziari, a partire da Reggio Calabria dopo l’audizione Gerardis e la vicenda delle recenti scarcerazioni. «Il Comitato paritetico – ha sottolineato il consigliere Antonio Ardituro – ha concluso i lavori preliminari e a fine luglio il ministero formulerà la revisione delle piante organiche. Noi faremo la nostra parte coinvolgendo gli uffici sul territorio ed i consigli giudiziari per assumere informazioni puntuali, come è accaduto nel caso di Reggio Calabria, di cui occorre rinforzare l’organico così come per l’Ufficio di Catanzaro». E per dare testimonianza dell’attenzione massima dedicata alla Calabria è stato annunciato che il 4 luglio la quinta commissione del Csm voterà il nuovo Presidente del Tribunale di Reggio e quello di Crotone. Più in generale, è stato ancora rilevato vanno coperti 1200 posti vacanti molti dei quali, senza incentivi, rimangono inevasi. Era stato già il vicepresidente Legnini, in occasione della recente visita agli Uffici giudiziari calabresi, a impegnarsi per assicurare la massima attenzione del Consiglio anche nel chiedere al ministero della Giustizia un intervento straordinario su personale amministrativo e adeguamento degli organici per quelle realtà come Reggio, in cui la magistratura è in prima linea nella lotta alla criminalità e che soffrono di gravi scoperture.
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