Delitto Lanzino, possibile un nuovo esame del dna
CATANZARO Saranno risentiti i consulenti che hanno eseguito l’autopsia sul corpo di Roberta Lanzino, la studentessa violentata e uccisa il 26 luglio del 1988 mentre con il suo motorino percorreva la…

CATANZARO Saranno risentiti i consulenti che hanno eseguito l’autopsia sul corpo di Roberta Lanzino, la studentessa violentata e uccisa il 26 luglio del 1988 mentre con il suo motorino percorreva la strada di Falconara Albanese per raggiungere la casa al mare a San Lucido, dove l’avrebbero aspettata i suoi genitori. Lo ha deciso la Corte d’assise d’appello di Catanzaro dove è in corso il processo di secondo grado.
Il 6 maggio di un anno fa la Corte d’Assise di Cosenza ha assolto Franco Sansone e Luigi Carbone – il pastore di Cerisano che sarebbe stato vittima di lupara bianca – accusati del delitto Lanzino. Franco, Alfredo e Remo Sansone, sono stati assolti per il delitto Carbone. Tutti assolti per non aver commesso il fatto. È rimasto quindi senza volto e senza nome l’assassino di Roberta Lanzino. Nel corso del processo di primo grado venne fuori una prova scientifica importante: il Ris di Messina riuscì a isolare il dna dell’assassino, prelevato da un campione di terriccio sotto la testa di Roberta in cui è stata analizzata una mistura di sperma e sangue. Ma questo Dna non è risultato appartenere agli imputati.
Questa mattina i giudici catanzaresi (Petrini, a latere Commodaro) hanno accolto la richiesta avanzata dagli avvocati di parte civile, Ornella Nucci e Francesco Cribari, che hanno chiesto di riascoltare i consulenti Maggi e Romanazzi (che all’epoca fecero l’autopsia) richiesta a cui si è associata la Procura generale. All’esito di ciò la Corte valuterà se accogliere la richiesta del pg Modestino di eseguire un nuovo esame del dna su Franco Sansone (perché secondo l’appello presentato dalla Procura di Paola non sarebbe stato effettuato in modo corretto). Il processo è stato aggiornato al prossimo 29 settembre per ascoltare i consulenti.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it