Sanità, sforbiciata per l'Advisor
CATANZARO Prima conseguenza dell’accordo sottoscritto dai commissari al Piano di rientro, Massimo Scura e Andrea Urbani, con Agenas: il ricorso della Regione contro l’atto. Seconda conseguenza d…

CATANZARO Prima conseguenza dell’accordo sottoscritto dai commissari al Piano di rientro, Massimo Scura e Andrea Urbani, con Agenas: il ricorso della Regione contro l’atto. Seconda conseguenza dell’accordo: una marea di polemiche. Per alcuni si tratta di un “regalo” ad Agenas, per altri di uno sgarbo alla Regione. In ogni caso, e questa è la terza conseguenza, la Calabria verserà 200mila euro all’Agenzia governativa che la supporterà nell’adozione delle misure ritenute più adatte per governare la sanità. Al di là delle polemiche, però, può essere utile comprendere quali siano le ragioni della scelta e quali le possibili ripercussioni sulle casse della sanità calabrese.
TAGLI PER L’ADVISOR Partiamo dagli effetti. Di certo c’è che l’accordo siglato con l’Agenas costerà 200mila euro per il prossimo anno. Ed è questo aspetto che ha generato le reazioni più critiche. In parallelo, però, per la Regione potrebbe attivarsi un risparmio. È quello che emerge da una nota inviata dalla struttura commissariale al ministero dell’Economia e delle finanze. Il testo, firmato da Scura e Urbani, si riferisce alla gara Consip «per la selezione dell’Advisor da affiancare alle Regioni sottoposte ai programmi di prosecuzione dei Piani di rientro per il periodo 2016-2018». I due commissari chiedono di rimodulare l’impegno dell’advisor, che si misura in “giornate/uomo”, e lo calcolano. Prevedono, Scura e Urbani, un impegno di 3.400 giornate/uomo. Nel precedente documento relativo all’utilizzo dell’Advisor, l’impegno previsto era notevolmente superiore: 5.200 giornate. Sono 1.800 giorni di lavoro in meno, che, al costo di 600 euro al giorno, potrebbero garantire alla sanità calabrese un risparmio pari a poco meno di 1,1 milioni di euro (e un costo di circa due milioni). Un fatto di cui, sempre secondo la struttura commissariale, si dovrebbe ringraziare l’accordo chiuso con l’Agenas. «La rimodulazione del fabbisogno – il testo è tratto dalla nota trasmessa al ministero – si rende possibile a seguito dell’adozione del Dca numero 46 del 6 maggio 2016, con il quale è stato approvato lo schema di convenzione tra l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas, appunto, ndr) e il commissario ad acta». È quella convenzione, «avente a oggetto una serie di attività dirette ad assicurare l’attuazione degli specifici interventi di riorganizzazione, riqualificazione e potenziamento del Sistema sanitario regionale», assieme all’«auspicio che il dipartimento Tutela della salute, una volta completata la sua riorganizzazione, fornisca il dovuto supporto alla struttura commissariale», a motivare il taglio dei fondi all’Advisor. Fermo restando che il supporto dell’Agenas (e anche l’affiancamento dell’Advisor, che costerà circa due milioni per trenta mesi), per Scura e Urbani, è imprescindibile.
IL GIUDIZIO DEL TAR Sembra che lo sia anche per il Tar di Catanzaro, che ha rispedito al mittente il ricorso della Regione contro la convenzione tra Agenas e ufficio del commissario. L’ordinanza dei giudici risale al 29 giugno scorso. E spiega che «le funzioni amministrative del commissario, ovviamente fino all’esaurimento dei suoi compiti di attuazione del Piano di rientro, devono essere poste al riparo da ogni interferenza degli organi regionali, senza che possa essere evocato il rischio di fare di esso l’unico soggetto cui spetti di provvedere per il superamento della situazione di emergenza sanitaria in ambito regionale». Su queste basi, il provvedimento cautelare chiesto dall’amministrazione regionale viene respinto. Un punto per il commissario Scura e il vice Urbani, anche se la Regione potrebbe continuare a opporsi all’atto davanti al Consiglio di Stato.
SUPPORTO NON GRATUITO Lo scontro politico nasce dalla natura onerosa della convenzione e dal suo valore. Il primo scoglio sarebbe insuperabile. È vero, infatti – fanno sapere dalla struttura commissariale – che in passato l’Agenas offriva gratuitamente i propri servizi, ma dal 2014 ha subìto una riduzione del fondo ordinario di dotazione, dunque le sue attività sono limitate all’emissione di pareri per i ministeri. Continua ad aiutare le Regioni, ma lo fa dietro rimborso delle spese. I commissari hanno avanzato una proposta da 50mila euro, ritenuta insufficiente dall’Agenzia. Diverso sarà il discorso per un’altra attività fornita dall’Agenas: quella del supporto alle singole Aziende sanitarie e ospedaliere. Per questo genere di attività, infatti, esiste una linea di finanziamento che sarà sfruttata dal commissario al Piano di rientro. I funzionari, dunque, aiuteranno gratuitamente le Aziende della sanità calabrese ma non la Regione nel suo complesso.
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it