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Provincia "gettonificio", una montagna di soldi per i consiglieri

REGGIO CALABRIA Benvenuti nel Gettonificio della Provincia di Reggio Calabria. L'”ente intermedio” sta per chiudere i battenti per lasciar posto alla Città metropolitana, ma i suoi consiglieri non …

Pubblicato il: 02/08/2016 – 16:53
Provincia "gettonificio", una montagna di soldi per i consiglieri

REGGIO CALABRIA Benvenuti nel Gettonificio della Provincia di Reggio Calabria. L'”ente intermedio” sta per chiudere i battenti per lasciar posto alla Città metropolitana, ma i suoi consiglieri non possono certo lamentarsi: negli ultimi anni hanno ricevuto fiumi di denaro in virtù di un’attività politica incessante e dalla frequenza quanto meno insolita. L’anomalia – in una terra dove la principale assemblea legislativa, il consiglio regionale, riesce a riunirsi non più di due volte al mese – riguarda tutti: politici di centrodestra e di centrosinistra, che in molti casi hanno potuto sommare un altro ricco stipendio e rimborsi spese a più zeri ai compensi del loro lavoro da privati cittadini. Il Corriere della Calabria è in possesso di documenti ufficiali che dimostrano come la Provincia, nel corso dei 5 anni di legislatura, abbia garantito indennità varie per una cifra che si aggira complessivamente attorno ai 2,3 milioni di euro. A questi vanno poi aggiunti gli emolumenti del presidente Giuseppe Raffa, di quello del Consiglio Antonio Eroi e degli altri membri della giunta, che tutti insieme sfiorano i 400mila euro ogni 12 mesi (l’anno di riferimento è il 2014). Va detto subito: i compensi sono perfettamente legittimi e doverosi, in base alle norme che regolavano la vita dell’ente cancellato dalla legge Delrio.

COME UN LIMONE La democrazia, si dice spesso, più è partecipata più è ricca; ma i consiglieri reggini si sono fatti prendere un po’ troppo la mano, trasformando Palazzo Foti in una vera e propria macchina di erogazione rimborsi: più sedute, più presenze, più soldi per tutti. Per capire cosa sia successo negli ultimi mesi e in questi anni dobbiamo figurarci la Provincia come fosse un limone: da spremere ben bene. Oppure immaginarla alla stregua di un vecchio, celibe e malconcio zio, a cui chiedere le ultime “benevolenze” con l’approssimarsi dell’ora fatale.
Il giorno in cui tutto finirà è già scritto: il 7 agosto i sindaci e i consiglieri comunali del Reggino voteranno per eleggere la nuova assemblea metropolitana, e la Provincia – quella degli «ultimi eletti dal popolo», come recita la lapide autocelebrativa installata poco tempo fa – scomparirà per sempre (il Consiglio ha già smesso le sue funzioni a giugno, rimangono in carica per l’ordinaria amministrazione Raffa e il suo esecutivo).
Chi aveva un seggio dovrà insomma lasciarlo; e poi si sa come vanno queste cose: non è detto che ricapiti di tornare a fare politica nelle istituzioni. Quindi, avrà pensato più di un consigliere, meglio approfittare e suggere tutto il succo, spillare quanti più benefit possibile. Del resto, siam qui per fare il nostro dovere, in commissione e poi anche in consiglio provinciale. Che poi queste presenze nei vari organi della Provincia siano ben retribuite, è tutto un altro discorso.
Dietro lo zelo democratico della maggior parte dei consiglieri uscenti ci saranno state sicuramente motivazioni politiche e urgenze territoriali, ma va anche specificato che a ogni seduta corrispondeva un gettone, che non era d’oro ma possedeva comunque un peso specifico consistente: 81 euro e 34 centesimi. Ci si poteva ricavare uno stipendio di tutto rispetto se solo fosse stato possibile convocare una commissione o una seduta di Consiglio ogni giorno o quasi. Negli ultimi mesi (e non solo) è stato proprio così, e i gettoni si sono accumulati fino a diventare una montagna di denaro. Pagata dai contribuenti, naturalmente.

L’ULTIMO ANNO Sul finire della legislatura l’attività della Provincia è stata davvero intensa. Siamo riusciti a ricostruire solo parzialmente i dati relativi all’ultimo anno. Nel prospetto che trovate qui sotto mancano alcuni mesi, così come rimangono bianche diverse caselle circa i gettoni e i rimborsi. Ma, anche se incompleta, la scheda dimostra come l’azione politica dei consiglieri in scadenza sia stata pagata profumatamente. I componenti della prima commissione (Affari generali e Bilancio) hanno incamerato, da aprile 2015 a maggio 2016, non meno di 75mila euro; quelli della seconda (Territorio e Ambiente) e della terza (Politiche sociali e Pari opportunità) più di 78mila e 96mila. Il totale, fortemente al ribasso, fa circa 250mila euro di gettoni e rimborsi, suddivisi tra 24 consiglieri. Proprio niente male.

La spese delle commissioni nell’ultimo anno
Scheda commissioni


IL 2014
In realtà, di soldi ne sono girati molti di più, come dimostrano i dati completi del 2014. Tra le spese per le sedute di commissione e quelle «per il raggiungimento della sede» (i rimborsi chilometrici assegnati a chi non aveva la residenza a Reggio), il totale supera i 471mila euro. Nel 2012 è di poco inferiore: 458mila.

I “PIÙ PRESENTI” Ovviamente non tutti hanno mantenuto lo stesso tasso di frequenza né guadagnato le stesse cifre. Solo nel 2014 Pasquale Brizzi, sindaco di Sant’Ilario dello Jonio, ha incassato, tra sedute e rimborsi, 32mila e 663 euro, poco meno di 3mila euro al mese. Subito sotto ecco Vincenzo Loiero (32.258) e Luigi Giugno, al terzo posto con 27mila e 623 euro. Decisamente dignitosi anche i compensi di Giuseppe Longo (26.789) e di Rocco Sciarrone (24.599). E non hanno di che lamentarsi nemmeno i cinque politici che, nel novembre di quello stesso anno, sarebbero stati eletti anche in consiglio regionale (rinunciando poi ai compensi della Provincia): Domenico Battaglia (15.427), Francesco Cannizzaro (18.049), Francesco D’Agostino (11.304), Giuseppe Neri (13.773) e Giovanni Nucera (17.106).

Le indennità del 2014
spese 2014

Nel 2012 per alcuni è andata anche meglio. Pierpaolo Zavettieri, attualmente primo cittadino di Roghudi e candidato anche al consiglio metropolitano, ha raggiunto e superato i 24mila euro. Raffaele D’Agostino ha fatto di più: 25mila e spiccioli; seguito a ruota da Pier Francesco Campisi: 24.382. Gregorio Frosina e Demetrio Cara, invece, si sono piazzati poco più giù, rispettivamente con 22.782 e 22.363 euro. Comunque belle cifre.

Le indennità del 2012
Spese 2012


GLI STAKANOVISTI
Tra gli stakanovisti troviamo senz’altro il vicesindaco di Palmi Giuseppe Saletta. Solo a maggio 2016, penultimo mese prima del “tutti a casa”, ha partecipato a 21 sedute, 15 di commissione (la prima) e 6 di Consiglio: praticamente ha “lavorato” tutti i giorni, se si eccettuano i weekend, per una “retribuzione” di 1.518,38 euro. In effetti meno di quanto avrebbe dovuto (cioè 1.708 euro) perché, in base alle norme in vigore, l’ammontare percepito dai singoli consiglieri nell’arco di ogni mese, con riferimento ai gettoni di presenza, non può superare il quarto dell’indennità di carica del presidente Raffa, pari – appunto – a 1.518 euro. Un limite contro cui, lo scorso aprile, si sono dovuti scontrare anche alcuni membri della II commissione, tra cui Francesco Morabito (20 presenze), Gregorio Frosina (21) e Vincenzo Loiero (21): anche per loro, malgrado il forte senso d’attaccamento alle istituzioni, la Provincia ha riservato poco più di 1.500 euro. Uno stipendio aggiuntivo che non fa mai
male, di questi tempi.

I commissione – aprile 2016
I commissione aprile 2016

I commissione – maggio 2016
I commissione - maggio 2016

II commissione – aprile 2016
II commissione - aprile 2016

II commissione – maggio 2016
II commissione - maggio 2016

Proprio un periodo magico, quello passato a Palazzo Foti. Forse l’installazione di quella lapide, che ha fatto tanto scalpore, serviva proprio da memento: immortalare a futura memoria la “ricchezza” di un’esperienza politica che non tornerà più. Per fortuna. (1. Continua).

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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