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Strategia unitaria contro il dissesto idrogeologico

L’anno scorso ad essere colpita fu l’area di Rossano e Corigliano, un violento nubifragio mise a nudo – drammaticamente – la condizione di un territorio debole non solo davanti ai fenomeni metereolog…

Pubblicato il: 11/08/2016 – 9:41
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L’anno scorso ad essere colpita fu l’area di Rossano e Corigliano, un violento nubifragio mise a nudo – drammaticamente – la condizione di un territorio debole non solo davanti ai fenomeni metereologici invernali ma anche di fronte alle improvvise, concentrate ed intense piogge estive.
E tutto ciò perché sono ancora irrisolti quei problemi di cui discutiamo da ormai troppo tempo, governo del territorio alla cura dei corsi d’acqua, dalla regimentazione delle risorse idriche ad una attenta politica di contenimento nel consumo del suolo.
Nei giorni scorsi ed a riprova di ciò è bastato un temporale estivo, intenso ma non drammatico, per causare danni ed enormi disagi in provincia di Reggio Calabria sulla A3 in corrispondenza della galleria “Santa Lucia”, in direzione sud, lungo la statale 18 tra Bagnara e Scilla; ed ogni volta pur comprendendone l’intento giustificativo rispetto ai disagi leggiamo con una certa amarezza l’indicazione secondo la quale tutto ciò sarebbe stato causato da «intense precipitazioni atmosferiche con alti dati pluviometrici».
Nell’esprimere solidarietà alle popolazioni colpite e ringraziando coloro che in queste ore stanno lavorando per il territorio non possiamo non sottolineare come la verità, quella più evidente, è che la Calabria ha bisogno di interventi complessivi e sistemici, di risorse destinate alla riduzione ed al contrasto dei fenomeni di dissesto idrogeologico, di una strategia che possa, nel medio-lungo periodo, “curare” il territorio; come Fai Cisl sollecitiamo da tempo un confronto con le Istituzioni regionali e locali, c’è bisogno di mettere spendere le risorse già disponibili e programmare quelle che dovranno necessariamente arrivare.
La politica e le istituzioni devono riconoscere che tra le cause di questi disastri ambientali vi è anche l’abbandono delle aree montane che aumenta la velocità con cui le precipitazioni si riversano dalla parte alta dei versanti a valle.
È necessaria, dunque, una strategia di prevenzione che si fondi su precise direttrici: promuovere la riconversione delle aree montane e delle zone rurali, sostenere la redditività della montagna, una gestione dei popolamenti per prevenire incendi e frane, rinforzare il patrimonio forestale e delle aree abbandonate.
Sarà indispensabile valorizzare il lavoro e le professionalità dei lavoratori idraulico forestali e dei sorveglianti idraulici in montagna e a tutela della montagna, proteggendo le aree interne, con conseguenti ricadute positive per le zone pianeggianti.
Ma per ottenere risultati è necessario procedere tutti assieme verso obiettivi condivisi valorizzando al meglio le competenze, i mezzi e le professionalità di cui disponiamo come sistema-Regione, dalla Protezione Civile ai Consorzi di Bonifica ed agli operai idraulico-forestali.
Sul dissesto idrogeologico, dunque, va elaborata una strategia unitaria e complessiva che parta dagli interventi in programma, si coordini con l’Unità di missione del Governo e giunga alla calendarizzazione di obiettivi e risultati visibili uscendo definitivamente dal paradosso di una regione che da anni, non riesce a passare dall’emergenza alla gestione ordinaria.

*segretario generale Fai Cisl Calabria

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