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In Calabria la vera emergenza è la grande povertà

La vera grande emergenza della Calabria è la condizione nella quale, storicamente, vivono almeno settantamila persone, sempre più abbandonate a loro stesse. Non è una critica contingente, al presente…

Pubblicato il: 20/08/2016 – 17:39
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La vera grande emergenza della Calabria è la condizione nella quale, storicamente, vivono almeno settantamila persone, sempre più abbandonate a loro stesse.
Non è una critica contingente, al presente, ma la constatazione della difficoltà nella quale è obbligata a sopravvivere l’8% della popolazione.
Sei bambini su cento, ricordiamolo, hanno un apporto proteico insufficiente: significa che, a distanza di oltre settant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale, la situazione per loro è rimasta identica. Le misure messe in cantiere dalla Regione, sin dal 2004, sono state insufficienti e marginali.
Il Fondo sociale europeo ha registrato una spesa non finalizzata alla riemersione dei bisogni inespressi, né a garantire sollievo assistenziale. Le provvidenze accessorie, come quelle previste dal futuro Piano Sia, sono lacunose e non capienti, giacché possono comprendere solo reddito troppo bassi. Seicento euro mensili, che non ingloberanno assegni di invalidità, e a fronte dei quali bisognerà dimostrare di avere una delle seguenti opzioni: un minore a carico oppure un disabile o una donna incinta.
Un quadro di insieme che favorisce l’evasione, poiché spesso chi è a reddito zero nasconde ,in realtà, entrate in nero. Ovviamente il Sia, che assicura in un anno circa tremila euro di spesa, può rappresentare comunque uno strumento importante nella lotta al disagio estremo e qui entrano in gioco i comuni capofila. Bene ha detto il sindaco Occhiuto circa la possibilità di garantire cure odontoiatriche o strumenti di sostegno all’istruzione nella card rilasciata dopo i controlli che, è bene dirlo,non possono intaccare il merito. Cioè, non è data facoltà alle amministrazioni di sindacare sul diritto reddituale dei beneficiari.
Insieme a questa forma di inciso è quantomeno fondamentale che Regioni e Comuni possano intavolare un discorso produttivo che tenga conto di esigenze diffuse. L’adolescenza a rischio, tanto per fare un esempio , è una di queste. Intervenire per deistituzionalizzare la vita di centinaia di ragazzi che non hanno prospettive certe può essere un altro obiettivo importante. La povertà, diceva De Saussure, è l’unica cosa che dovrebbe interessare lo Stato. Un sogno rimasto tale.

* sociologo della salute e giornalista

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