Abusi Melito, indagato anche un poliziotto
REGGIO CALABRIA Ci sono due nuovi indagati per le violenze subite per tre anni da una minorenne di Melito. Si tratta di Antonio Schimizzi, fratello poliziotto di Davide, il “fidanzato” della rag…

REGGIO CALABRIA Ci sono due nuovi indagati per le violenze subite per tre anni da una minorenne di Melito. Si tratta di Antonio Schimizzi, fratello poliziotto di Davide, il “fidanzato” della ragazzina che per anni l’ha costretta ad assecondare voglie e appetiti di amici e conoscenti, e Giacomo Iachino, un infermiere di Melito. Entrambi sono accusati di violenza sessuale per aver avuto rapporti con la ragazzina, approfittando della sua condizione di inferiorità fisica e psichica. Per loro, non è stato ritenuto che ci fossero i presupposti per una richiesta di misura cautelare, ma entrambi hanno ricevuto un invito a comparire per l’incidente probatorio che vale come avviso di garanzia. Insieme a loro, si dovranno presentare anche Giovanni Iamonte (30 anni), Daniele Benedetto (21 anni), Pasquale Principato (22 anni), Michele Nucera (22 anni), Davide Schimizzi (22 anni), Lorenzo Tripodi (21 anni) e Antonio Verduci (22 anni), tutti finiti in carcere, e G.G. il più giovane del branco, oggi diciottenne, ma minorenne all’epoca dei fatti è finito in comunità. Si tratta di un passaggio tecnico necessario per rendere utilizzabili in sede di procedimento le dichiarazioni fatte dalla ragazzina nel corso delle sue lunghe sedute con la psicologa del tribunale, come quelle di altri testimoni. Per questo motivo, oltre ai pm incaricati dell’indagine, il procuratore aggiunto paci e il pm Massimo Baraldo, l’incidente probatorio si svolgerà alla presenza del procuratore presso il tribunale dei Minori e del gip del medesimo Ufficio. Nel frattempo, è ancora in corso il procedimento presso la Procura dei minori teso a verificare le condizioni della permanenza della giovane vittima a Melito. Attualmente seguita da una psicologa del servizio sanitario nazionale, la ragazzina è attualmente sotto osservazione da parte dei magistrati della procura dei minorenni, interessati a capire se e in che misura è in grado di riconquistare la normalità perduta con anni di abusi. Un procedimento che riguarda tutta la famiglia e che potrebbe concludersi anche con l’allontanamento della minorenne dal paese di origine.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it