Vibo è impreparata di fronte a un terremoto
Ieri a Vibo Valentia e provincia si è avvertita una scossa di terremoto di magnitudo 3.2. Un valore sostanzialmente basso che per fortuna non ha provocato, da quello che è dato sapere, alcun da…
Ieri a Vibo Valentia e provincia si è avvertita una scossa di terremoto di magnitudo 3.2.
Un valore sostanzialmente basso che per fortuna non ha provocato, da quello che è dato sapere, alcun danno a uomini e cose. I sismologi e gli scienziati concordano sull’impossibilità di prevedere l’evento ma ritengono, da un calcolo probabilistico, che possa ripetersi ciclicamente dopo un certo numero di anni. Se, pertanto, si considera che l’ultimo terremoto in Calabria dalle conseguenze disastrose con centinaia di vittime ed interi paesi scomparsi si è verificato nel 1908, è molto probabile che a breve possa ripetersi un altro terremoto simile a quello precedente. D’altronde, la normativa antisismica (D.M. lavori pubblici 16 gennaio 1996 e quella successiva D.M. 14 gennaio 2008: Norme tecniche per le costruzioni) classifica la Calabria come zona ad alto rischio sismico e prevede per le nuove costruzioni l’applicazione di coefficienti di sicurezza molto alti (S = 12 con la vecchia normativa) .
La scossa sismica di ieri ha fatto emergere tutte le criticità e l’inadempienze di una città impreparata ad affrontare tale emergenza sia per carenze strutturali degli edifici \pubblici, in particolare le scuole, sia per inadempienze tecnico-legali. Il traffico era letteralmente impazzito, la gente si è riversata in modo disordinato per strada in preda al panico commentando e raccontando quanto accaduto, gli uffici pubblici e le scuole evacuati. Dal monitoraggio, anche se tardivo, emerge che molte strutture pubbliche non sono adeguate alle nuove normative in materia antisismica. Occorre quindi che gli Enti preposti approntino un piano dettagliato degli interventi urgenti e reperiscano le somme necessarie per la messa a norme degli edifici. Quel che appare evidente, anche senza aver esperito sopralluoghi dettagliati, oltre alle carenze strutturali,sono le inadempienze tecnico-legali e soprattutto la parziale o mancata applicazione delle norme relative alla sicurezza (legge 81/2008 DM 10/03/98). L’articolo 5 del DM 98 e l’articolo 43 del decreto legislativo 81/2008 prevedono l’obbligo della redazione del piano di evacuazione. Nel redigere tale piano occorre indicare in planimetria, tra l’altro, le scale d’emergenze ed un punto di raccolta o luogo sicuro (DM 30/11/983 articolo 3.4 – Luogo sicuro. Poche strutture pubbliche hanno un punto di raccolta che soddisfi le caratteristiche richieste dalla legge (facilità d’accesso ai vigili del fuoco ed all’ambulanze, distanza di sicurezza dagli edifici, densità di affollamento adeguata al massimo affollamento ipotizzabile o numero delle persone, ecc…) e quelli dotati dovrebbero essere evidenziati da apposita segnaletica ed essere lasciati sempre liberi da ogni ingombro. Spesso,invece, vengono adibiti a parcheggio o a spazi per altre attività Inoltre,non tutte le scale di sicurezza esterna garantiscono con facilità l’accesso al luogo di raccolta. Emerge, quindi, una situazione di gravi inadempienze certamente non tutti ascrivibili agli amministratori e dirigenti vibonesi e non oso immaginare cosa potrebbe accadere in caso di una nuova scossa se non si provvederà al più all’adeguamento delle strutture.
*Ingegnere