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Consigli (non richiesti) a Oliverio per salvare la Calabria

La recentissima valutazione sociale del governo regionale, scaturita dal sondaggio di Swg di Trieste, dovrebbe far drizzare le orecchie a chi se n’è reso sino ad oggi protagonista. Conseguentemente…

Pubblicato il: 06/10/2016 – 5:32
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Consigli (non richiesti) a Oliverio per salvare la Calabria

La recentissima valutazione sociale del governo regionale, scaturita dal sondaggio di Swg di Trieste, dovrebbe far drizzare le orecchie a chi se n’è reso sino ad oggi protagonista. Conseguentemente, dovrebbe consigliargli di correggere decisamente la rotta.
Sarebbe un errore grave trascurare l’esito della raccolta dell’opinione pubblica che ha bocciato nella misura dell’80% l’esperienza governativa regionale iniziata a fine 2014. Un tale risultato, per negativo che sia, deve far riflettere per riuscire a fare il meglio, volontà permettendo. Sta di fatto che ad un tale esito non si è pervenuti incidentalmente bensì per una serie di errori commessi, di valutazione e organizzativi, tipici di chi presume di potere fare tutto da sé. Dell’uomo solo al comando!
Nel merito, si è preliminarmente confusa la guida della Regione, ove le sue funzioni preminenti sono la programmazione e l’esercizio del potere legislativo, con quella di un ente provinciale, peraltro da tempo ampiamente privo di interesse pubblico al suo mantenimento. Ci si è circondati di collaboratori fidati, com’era giusto che fosse, prescindendo dalla loro adeguatezza ad assumere il ruolo cui i medesimi sono stati preposti. Si è tentato di far passare per cambiamento una geografia burocratica che è la riproposizione di ciò che c’era, finanche nelle primarie responsabilità dirigenziali. Non si è pensato di esaltare le numerose professionalità in organico, che pur ci sono, limitandosi a premiare i soliti, peraltro autori – diretti o indiretti – dei disastri prodotti dalle gestioni regionali pregresse. Si gestisce un bilancio nell’assoluta inconsapevolezza di ciò che nasconde tra le sue «rughe» celate dai ricorrenti maquillage cui siamo abituati da sempre, evitando così di tirare fuori le amare verità con le quali dovere fare comunque i conti. Si programmano i Fondi Ue come al solito. Si è litigato dal primo giorno con chi è chiamato a gestire in via straordinaria, volente o nolente, la sanità invece di pensare alla sua efficienza reale, chiedendo magari al consiglio regionale di legiferare come avrebbe già dovuto, sfidando – per l’occasione – anche la condivisione, in tal senso, del Consiglio dei ministri e, del caso, l’esame della Corte costituzionale. 
Tutto questo era ovvio che portasse ad una sonora bocciatura di periodo, che offende quell’enorme consenso guadagnato elettoralmente nel 2014. Che delude chi ha creduto nel cambiamento reale, collaborato da un governo nazionale amico. 
Per dirla alla Gino Bartali, grande campione di ciclismo e altrettanto grande e coraggioso partigiano: l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare
Una missione, quella di ricominciare da capo per ripartire, possibile a Mario Oliverio, solo se sarà capace di tirare fuori l’umiltà che lo contraddistingueva, messa da parte più per paura «dell’altro» che per malafede. Non solo. Dovrà dare spazio alla migliore politica che sta dentro e fuori il Consiglio regionale e investire sui giovani, che sono innumerevoli sulle gradinate della disoccupazione intellettuale, pronti a giocare altrimenti la «loro partita» altrove. Il tutto, per definire finalmente il progetto industriale che serve alla Calabria per uscire dall’inferno!
Riprendere un ente Regione e una regione nella sua componente produttiva, per risollevarla dai disastri resi dalle precedenti gestioni, non era e non è cosa affatto facile, ma possibile. Basta volerlo ed essere coerenti, prioritariamente nel senso di fare ciò che si dice e dire solo ciò che si è capaci di realizzare. Tra il dire e il fare non c’è soltanto il mare bensì il rispetto nei confronti della collettività calabrese, ingannata per decenni, assetata di lavoro e di diritti sociali.  
In una tale logica, appare quantomeno improvvida l’idea di sottoporre prossimamente all’opinione pubblica un report dell’attività svolta sino ad oggi. Stante l’esito del sondaggio e ascoltando le opinioni che circolano, potrebbe essere un clamoroso autogol.

*Docente Unical

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