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Charlie Hebdo a Cosenza: «La vignetta su Amatrice? L'Italia non ha capito»

COSENZA Un’intervista movimentata quella a Marika Bret, redattrice e capo del personale della rivista satirica francese Charlie Hebdo. Ospite alla mostra del fumetto di Cosenza “Le strade del Pa…

Pubblicato il: 08/10/2016 – 17:32
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Charlie Hebdo a Cosenza: «La vignetta su Amatrice? L'Italia non ha capito»

COSENZA Un’intervista movimentata quella a Marika Bret, redattrice e capo del personale della rivista satirica francese Charlie Hebdo. Ospite alla mostra del fumetto di Cosenza “Le strade del Paesaggio”, è arrivata sotto scorta dopo le minacce che lei e altri colleghi del suo giornale hanno subito con la pubblicazione di una vignetta satirica su Amatrice, città distrutta dal terremoto il 24 agosto scorso. La tensione è stata toccata con mano quando un black out dovuto a problemi tecnici hanno costretto la scorta della giornalista a farle lasciare la stanza della conferenza per essere portata al sicuro. Sono mesi settimane ormai che i giornalisti di Charlie Hebdo sono oggetto di minacce di morte da parte di italiani. L’ultima raffigura la Bret e l’illustratrice Coco con indosso delle magliette forate da proiettili.

IMPOSSIBILE VIAGGIARE CON ALITALIA Alla mostra del fumetto dovevano presentarsi in tre: oltre alla Bret anche Coco e Walter Folz. Dovevano raggiungere la Calabria con un volo Alitalia ma a Parigi è stato impedito loro di imbarcarsi. Secondo la compagnia italiana i tre non sono arrivati con sufficiente anticipo al check in. Ma Marika Bret si è incaponita. Ha aspettato un volo Air France e ha raggiunto Milano e da qui è sbarcata a Lamezia all’una di notte. Anche il ritorno sarà da riorganizzare perché Alitalia ha cancellato per i tre francesi il biglietto di ritorno. Una decisone che ha fatto parecchio discutere sulle reali motivazioni del mancato imbarco d’andata.

DOV’È LA SATIRA ITALIANA? L’Italia minaccia ma anche altre nazioni si stanno dissociando dallo slogan “Je suis Charlie” nato dopo l’agguato jihadista nella redazione del giornale del 7 gennaio 2015 nel corso del quale vennero uccise 12 persone. Dopo l’attentato l’attenzione nei confronti di Charlie Hebdo è notevolmente cresciuta. Così la Russia non ha gradito la satira sull’aereo abbattuto al confine con la Turchia e neanche il Belgio riguardo gli attentati di cui il Paese è stato vittima. Da “io sono Charlie” a “io non sono Charlie”. La Bret, nel corso dell’intervista a Cosenza, ha provato a spiegare le ragioni del proprio lavoro. «I nostri illustratori devono interessarsi alla cronaca ed essere capaci di andare oltre la propria indignazione». «Lavoriamo in assoluta libertà, i disegnatori devono capire di essere dei giornalisti che rappresentano la realtà».

«ATTACCO AI TABÙ» La disegnatrice è poi tornata sulla vignetta su Amatrice e ha provato a spiegare il punto di vista del settimanale: «Gli italiani non hanno capito la vignetta su Amatrice. Quella vignetta attacca un tabù, il tabù della morte, e nessuno a prescindere dalla nazionalità accetta che si attacchi un tabù». Quando è uscita, nei primi giorni del settembre scorso, la vignetta ha suscitato un vespaio di polemiche. Quel disegno sotto il titolo “Sisma all’italiana” che raffigura tre “piatti” proposti, “Penne al pomodoro”, con un uomo insanguinato, “Penne gratinate”, con una donna ferita, e “Lasagne”, con diversi strati di detriti in luogo della pasta e i corpi delle vittime tra gli stessi strati, è stato come un pungo allo stomaco per molti italiani che hanno sommerso di critiche il settimanale via internet, costringendolo a una seconda vignetta di precisazione nella quale uno dei feriti dice: “Italiani non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia!”. Ad amplificare la polemica, secondo la Bret, sarebbe stato anche il fatto che «alcuni politici sono entrati in questa questione non comprendendo le vere motivazioni. Purtroppo il sindaco di Amatrice è stato più preoccupato di un disegno, giudicato di cattivo gusto, che delle vittime del terremoto stesso».
La Bret ha anche detto di aver «ricevuto numerose minacce» e che «tanti italiani hanno urlato “non mettete piede in Italia”, sia dopo la vignetta su Amatrice sia in vista della nostra partecipazione a questo evento a Cosenza». Una situazione «frutto di un contesto politico che ha manipolato la vignetta su Amatrice. Lo stesso contesto politico che non era favorevole al nostro arrivo in Italia». Dopo le parole della Bret, in serata arriva la sferzante riposta di Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, la cui amministrazione ha presentato una querela contro Charlie Hebdo: «Per la prima volta nella loro storia hanno fatto satira».

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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