Economia e criminalità, i limiti delle interdittive antimafia
VIBO VALENTIA #Restart Vibo Valentia-Maratona della legalità è stato il tema del confronto a più voci andato in scena questa mattina alla Camera di commercio di Vibo Valentia. I saluti istituzionali…

VIBO VALENTIA #Restart Vibo Valentia-Maratona della legalità è stato il tema del confronto a più voci andato in scena questa mattina alla Camera di commercio di Vibo Valentia. I saluti istituzionali sono stati portati dal sindaco di Vibo Valentia Elio Costa, mentre a moderare gli interventi è stato il direttore del Corriere della Calabria Paolo Pollichieni. «È già di per sé un atto di coraggio – ha detto il giornalista – riconoscere l’esistenza di un’economia criminale e analizzarla. Il ruolo dell’informazione è importantissimo, a volte l’informazione può fare più danni della politica. Spesso però si accusano i giornalisti di deturpare l’immagine dei territori, ma i fatti sono ostinati: il tempo ha svelato cosa era il modello Reggio, dove i dati raccontavano che Reggio era al primo posto per i consumi ma agli ultimi posti per produzione di reddito: la differenza ovviamente sta nel “nero” e nell’economia criminale». Per il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Gaetano Paci, «questo progetto di analisi dell’economia criminale è molto interessante». «Il progetto – secondo il numero due della Dda – ricorda la metodologia dei alcuni strumenti investigativi, come quello denominato “molecola” e usato dallo Scico della Guardia di finanza. Importante fare un monitoraggio preventivo dell’economia criminale: importante prevenire. Ci sono già i controlli a monte con il sistema delle white list e delle interdittive, che spesso però rivela dei limiti: non sempre queste informazioni su imprenditori collusi arrivano in tempo prima che prendano gli appalti. La situazione oggi vede il sistema bancario fornire agli inquirenti un grande flusso di informazioni, che spesso sono inutili, poco o niente invece arriva dalle categorie professionali che lavorano nell’economia. La situazione non è irrimediabile. Gli strumenti repressivi da soli non possono risolvere il problema, serve la prevenzione da parte delle organizzazioni imprenditoriali, e oggi in questo senso si dà un segnale positivo».
Più accademico, invece, il punto di vista di Ercole Giap Parini, docente dell’Unical: «Il ruolo dell’Università nel contrasto all’economia criminale è potenzialmente molto importante. È necessario costruire reti tra soggetti diversi per dare una risposta sociale. Le mafie sono costitutivamente transnazionali, vivono di scambi con territori altri». Secondo Parini, «il potere delle mafie è fondato sul consenso: hanno bisogno di creare una rete di scambio con i territori. Per questo è necessario inserire questi dati in un contesto più ampio. I dati possono essere significativi se si conosce il contesto, il territorio. Ho scoperto che a Londra c’è una via molto importante in cui è fortissima la presenza di capitali provenienti da Reggio Calabria, ma le autorità internazionali non hanno ancora compreso i rischi e la pericolosità di questo sistema in cui viene portato a termine il riciclaggio del denaro». Nel dibattito sono poi intervenuti Andrea Sammarco, vicesegretario Unioncamere, Alessandro Spada, Cto e ricerca Alkemy. Le conclusioni sono state tratte dal vicepresidente della giunta regionale, Antonio Viscomi.