COSENZA L’attività di verifica fiscale è stata al centro del processo sulle presunte consulenze d’oro all’Azienda sanitaria di Cosenza. Sul banco degli imputati ci sono ex manager, dirigenti e impiegati dell’Azienda sanitaria provinciale: gli ex direttori generali Gianfranco Scarpelli, Franco Maria De Rose, Franco Petramala; i responsabili dell’ufficio legale dell’azienda, Giovanni Lauricella e Maria Rita Iannini; gli avvocati Nicola e Dario Gaetano, i legali che avrebbero ricevuto gli incarichi. E Flavio Cedolia, per un periodo direttore amministrativo dell’Asp, che secondo gli inquirenti non sarebbe stato in possesso dei requisiti per ricoprire l’incarico dirigenziale.
Il giudice Giusy Ianni ha rigettato la richiesta di proscioglimento che era stata avanzata dall’avvocato Gianluca Garritano, difensore di Flavio Cedolia. Il maresciallo Raffaele Bosco in servizio, sia attualmente che all’epoca dei fatti, al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, ha spiegato in udienza i criteri con i quali sono state identificate le voci delle persone intercettate.
Il maresciallo Roberto Doria, che prestava servizio al Nucleo di polizia tributaria della Finanza, il 14 febbraio 2013 fece delle perquisizioni nello studio dell’avvocato Nicola Gaetano nel corso delle quali venne anche acquisita della documentazione. La verifica fiscale nello studio Gaetano è durata da febbraio 2013 a dicembre 2013. Il maresciallo Doria, rispondendo alle domande del pm Domenico Assumma e delle difese, ha spiegato tutta l’attività di indagine anche a seguito della documentazione acquisita nello studio dell’avvocato Gaetano, esaminando persino alcune mail che però – ha specificato il maresciallo – «non erano rilevanti dal punto di vista delle verifiche fiscali». L’avvocato Guido Siciliano ha fatto notare al teste e al tribunale che l’acquisizione di alcuni documenti è stata anomala. Il maresciallo Doria, rispondendo alle domande dell’avvocato Nicola Carratelli, ha precisato di non aver mai fatto verifiche negli uffici dell’Asp di Cosenza e ha specificato i rapporti tra l’avvocato Nicola Gaetano e Andrea Gentile. È stata poi sentita la teste Filomena Panno che all’epoca dei fatti era direttore amministrativo dell’Asp. Si è poi dimessa da quell’incarico avuto da Petramala per «contrasti gestionali». Rispondendo alle domande dell’avvocato Guido Siciliano, Filomena Panno ha precisato che nel 2011 per due mesi ha retto l’Asp di Cosenza in qualità di commissario e in quel periodo ha conferito 19 incarichi legali esterni di cui tre all’avvocato Gaetano. Panno ha motivato tale decisione perché in quel periodo c’erano stati pensionamenti e trasferimenti e quindi era necessario ricorrere a consulenti esterni. Il pm Assumma ha prodotto ulteriore documentazione.
Il Tribunale – che ha acquisito sia gli atti depositati dal pm che dalla difesa di Scarpelli – si è riservato di decidere sulla rilevanza delle mail nella prossima udienza fissata per il 2 febbraio.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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