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Di Maio scalda il popolo dei Cinquestelle

RENDE Hostess all’ingresso: «La maglietta, dai. Comprati la maglietta. Abbiamo ancora tutte le misure. E poi porterà bene il 4 dicembre». Il militante arrivato dalla Presila alla fine accetta: «Va be…

Pubblicato il: 06/11/2016 – 19:46
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Di Maio scalda il popolo dei Cinquestelle

RENDE Hostess all’ingresso: «La maglietta, dai. Comprati la maglietta. Abbiamo ancora tutte le misure. E poi porterà bene il 4 dicembre». Il militante arrivato dalla Presila alla fine accetta: «Va bene, taglia M. Lo faccio perché Renzi deve tornare a casa». Nell’auditorium che porta il nome di Papa Giovanni Paolo II indossano quasi tutti la t-shirt con la scritta #IodicoNo. È variegato il popolo pentastellato che a Rende celebra uno dei momenti più attesi di questa lunga campagna referendaria. In platea trovi un po’ tutti: impiegati, dirigenti, pensionati, professionisti e, soprattutto, tanti giovani. Il partito interclassista tanto inseguito dal Pd prende corpo tra le pieghe del M5S calabrese.

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(La platea nell’Auditorium “Papa Giovanni Paolo II”)

Luigi Di Maio arriva in perfetto orario a bordo di un’utilitaria. Ad attenderlo non trova nessuno fra i parlamentari calabresi del M5S, ma solo l’eurodeputata Laura Ferrara. Uomini dello staff si avvicinano con un sorriso largo così alla troupe del Tgr Calabria: «Ma un passaggio con Laura lo fate pure? Sapete com’è… sarebbe importante». Risposta glaciale: «L’abbiamo mandata in onda due giorni fa una sua intervista».
Di Maio, intanto, è carico. Davanti alle telecamere inizia il consueto rosario contro la “premiata ditta” Renzi-Boschi-Verdini. Estasiati, due attivisti del meetup di Cosenza, non resistono e a intervista in corso dicono: «Certo che questo è proprio bravo». Luigi, come lo chiamano un po’ tutti da queste parti, incassa il complimento con un sorriso. Poi, a domanda specifica, sgancia un siluro grande così su Federica Roccisano e sul caso dei disabili non accompagnati a scuola finito su Report: «Questi sono i risultati che si ottengono quando gli assessori non vengono scelti in base alle competenze ma sulla base di spartizioni tra correnti di partito». Boom. Ora che il colpo è assestato, si può passare al confronto pubblico.
Domenico Miceli, rappresentante del Movimento nel consiglio comunale di Rende, non sta quasi nella pelle: «Luigi vieni qua. Luigi leggi questo. Luigi guarda quanta gente che c’è». L’audio in sala fa i capricci. Ferrara, intanto, strappa applausi quando scandisce che questa riforma «è un favore fatto alle banche e alle grosse società finanziarie come la JP Morgan». Ovazione poi per il costituzionalista Silvio Gambino, che a chiare lettere dice di considerare il M5S «l’unico movimento realmente schierato a difesa della Costituzione».
Poi i flash degli smartphone si moltiplicano quando Di Maio inizia il suo intervento. «È l’inizio della fine per Renzi», sentenzia un anziano signore che dice di aver votato sempre a sinistra fino alle ultime politiche. Un altro ragazzo seduto in disparte: «Finalmente c’è qualcuno che gliela canta, altro che la falsa opposizione di Berlusconi e della destra», fa di rimando un ragazzo sui 25 anni.
«Siamo il primo partito nel Paese e vinceremo il referendum e poi le elezioni perché gli italiani hanno capito che Renzi pensa solo ai suoi affari», spiega Di Maio. Palazzo Chigi non è così lontano visto da qui. Ma domenica 4 dicembre bisogna vincere la prima tappa decisiva.

Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it

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