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Coldiretti smetta di gonfiare i numeri (e i conti)

“Sciacqua Rosa e Viva Gnesa”, recita un vecchio detto per indicare chi utilizza a sbafo il denaro altrui per fare la bella vita. Quasi sempre, però, chi si comporta così non si accorge che i soldi si…

Pubblicato il: 15/11/2016 – 16:33
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“Sciacqua Rosa e Viva Gnesa”, recita un vecchio detto per indicare chi utilizza a sbafo il denaro altrui per fare la bella vita. Quasi sempre, però, chi si comporta così non si accorge che i soldi si esauriscono, proprio perché non sono suoi e, continuando a far festa e baldoria, prima o poi implode.
Questo è quello che sta succedendo a Coldiretti. A fronte di una crisi inedita quanto drammatica dell’agricoltura italiana e calabrese, la Bonomiana, com’è abbondantemente dimostrato, continua a elargire compensi annuali milionari al presidente e al direttore nazionale. E mentre gli agricoltori nella realtà diminuiscono, gli elenchi degli iscritti a Coldiretti si gonfiano artificialmente fino al punto che da sola questa organizzazione dice di avere un numero di iscritti di gran lunga superiore al totale degli agricoltori censiti dall’Istat.
In Calabria, ad esempio, Coldiretti si vanta di essere la rappresentante esclusiva dell’agricoltura ma, i dati ufficiali dicono che nella nostra regione, al 31 dicembre 2015, vi sono circa 93mila produttori detentori di un fascicolo aziendale presso l’Arcea.
Di questi, Coldiretti ne rappresenta 13mila: la rappresentanza, quindi, si ferma al 13,9%. Partendo da questi dati, mi permetto di insistere a consigliare a Coldiretti di scendere dal piedistallo, abbandonare la megalomania e l’autoesaltazione e diventare una normale organizzazione.
Ciò anche perché mantenere l’immagine che si è data attraverso la costosissima iniziativa mediatica che da tempo porta avanti, a tutti i livelli, in tempi di crisi, non è più possibile. I soldi pubblici disponibili sono drasticamente ridotti e gli agricoltori non possono essere spremuti come limoni per il pagamento dei servizi.
La festosa parata all’agroalimentare di Lamezia Terme, pagata dai Consorzi di bonifica e dall’Anbi con denaro sottratto ai lavoratori dipendenti che da mesi non percepiscono lo stipendio, se può servire per accreditarsi nei confronti del presidente Oliverio, sicuramente non serve alla bonifica verso la quale, vista la grave situazione, l’unico provvedimento utile è il commissariamento dei consorzi.
Da qui bisogna obbligatoriamente partire per realizzare il progetto politico-organizzativo previsto dalla legge regionale per far diventare i consorzi di bonifica strumenti veri di autogoverno dei produttori.

*Anpa Calabria

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