Producevano documenti falsi, in manette due persone
MILANO Due marocchini di 45 anni sono stati arrestati dalla polizia, a Milano per produzione di documenti falsi, ricettazione e alterazione di permessi di soggiorno. L’operazione congiunta di Digos e…

MILANO Due marocchini di 45 anni sono stati arrestati dalla polizia, a Milano per produzione di documenti falsi, ricettazione e alterazione di permessi di soggiorno. L’operazione congiunta di Digos e commissariato di Villa San Giovanni ha permesso di scoprire in due appartamenti del capoluogo lombardo attrezzati come stamperie clandestine, passaporti, marche da bollo, stampanti e contrassegni assicurativi in bianco.
I due falsari avvicinavano i potenziali clienti all’esterno del Consolato marocchino a Milano. Per convincere i connazionali mostravano dei campioni dei loro prodotti, per i quali avevano un prezzario molto preciso: 700 euro per un passaporto marocchino, 3.500 per uno italiano, dai 350 ai 550 per un permesso di soggiorno, dai 250 ai 350 per una patente italiana e codici fiscali. L’operazione è stata chiamata “Terra promessa” perché i clienti volevano raggiungere i Paesi del nord Europa. L’indagine era iniziata lo scorso agosto dopo l’ennesimo controllo della polizia al terminal dei bus di Lampugnano. Gli agenti, accortisi del grande numero di documenti falsi, hanno allargato la ricerca fino ad arrivare al traffico davanti al Consolato marocchino. I due arrestati avevano precedenti per rapina, resistenza, rissa e invasione di terreni, ma non per falso. Risultano in possesso di un regolare permesso di soggiorno, uno per attività di commerciante e l’altro come domestico. La loro stamperia era stata allestita in due appartamenti in viale Ungheria e via Asiago dove sono state trovate anche carte d’identità in bianco rubate a Bergamo a settembre. La qualità dei documenti variava, i passaporti erano quasi perfetti mentre sui permessi di soggiorno compaiono anche errori grossolani come “soggiornate” al posto di “soggiornante”. In alcuni casi gli agenti hanno trovato la firma contraffatta dello stesso dipendente dell’ufficio immigrazione su documenti che sarebbero stati emessi dalla questura di Varese e di Crotone. Il trucco era cambiare la scadenza del permesso, una piccola modifica che rendeva difficile notare la contraffazione. I tempi di realizzazione erano brevissimi, a volte la consegna (sempre in un bar) avveniva poche ore dopo il contatto davanti al consolato. Il 13 dicembre scorso gli agenti sono intervenuti proprio al momento di una consegna in un locale di viale Gran Sasso (il titolare risulta completamente estraneo), per filmare l’ingresso dei marocchini hanno dovuto potare alcuni rami che coprivano la visuale alle telecamere.