LA SCHEDA | L'A3, lavori "infiniti" e tecnologie innovative
COSENZA Ci saranno adeguamenti anche per gli svincoli di Cosenza. I responsabili dell’Anas aggiornano on the road i giornalisti e tutte le persone presenti sull’autobus che sta percorrendo assieme al…

COSENZA Ci saranno adeguamenti anche per gli svincoli di Cosenza. I responsabili dell’Anas aggiornano on the road i giornalisti e tutte le persone presenti sull’autobus che sta percorrendo assieme al ministro Graziano Delrio la “nuova” A3. Saranno potenziati anche i collegamenti con l’aeroporto. Quando, mesi fa, l’ex premier Matteo Renzi aveva promesso l’inaugurazione della Sa-Rc la stampa estera aveva “risposto” con dei risolini. Così già nella tarda serata di mercoledì 21 dicembre – a poche ore dal grande giorno – Renzi ha “cinguettato” su Twitter ringraziando i lavoratori che hanno reso possibile tutto ciò e “abbracciando” la stampa straniera. Come da programma il ministro Graziano Delrio è arrivato in Calabria in autobus alle dodici in punto e ha tagliato il nastro nella galleria Laria. Un taglio del nastro accolto come fine dei lavori dopo mezzo secolo di attese, promesse e aspettative. Saranno 55 anni a gennaio dall’avvio dei lavori, delle interminabili code e delle spese. Erano stati 368 miliardi di lire fino alla fine della prima tranche, nel 1974, e si sono aggiunti 7,5 miliardi di euro, dagli anni 90, quando è iniziato l’ammodernamento. Appalti che da subito hanno alimentato appetiti criminali di cosche e tangentisti.
LA STRUTTURA DELLA A3 L’A3 Salerno-Reggio Calabria ha un tracciato prevalentemente di montagna, che prevede 190 gallerie e 480 tra ponti, viadotti e cavalcavia. Lungo l’itinerario sono presenti 52 svincoli.
Tra le gallerie vanno ricordate la “Serra Rotonda” (la più lunga dell’autostrada con i suoi 3.800 metri) e la “Casalbuono” (oltre 1.700 metri), nella tratta lucana; la “Barritteri” (oltre 2.500 metri) e la “Paci” (oltre 1.700 metri), nella tratta calabrese; la galleria naturale “Costa Incoronata” (1.800 metri) e la galleria “Tanagro” (oltre 1.250 metri), nel tratto campano.
Tra i viadotti si segnala: il viadotto “Favazzina” in Calabria, realizzato con una struttura strallata con campata centrale da 220 metri e due campate laterali da 100 metri sostenute dagli stralli ancorati a due antenne di altezza di poco inferiore ai 100 metri; il viadotto “Serra”, costituito da 2 campate in acciaio-calcestruzzo messe in opera con un sistema originale ed innovativo che, attraverso un’unica operazione, consente il varo del nuovo impalcato e la rimozione di quello esistente da dismettere; il viadotto “Caffaro” in Basilicata, con una struttura a telaio a doppio cavalletto; il viadotto “Italia” (oltre 1120 metri) ad un’altezza di 260 metri dal fondovalle, il secondo più alto d’Europa.
Nella maggior parte dei casi si tratta di opere la cui realizzazione ha richiesto soluzioni progettuali complicate e innovative, sia dal punto di vista degli schemi strutturali che dal punto di vista delle forme architettoniche e ambientali. Un esempio è costituito dalla soluzione studiata dai progettisti per superare la strozzatura del Sirino, dovuta ad una impasse naturale (una massa franosa continua), che per oltre 40 anni ha costretto il transito su una carreggiata a corsia unica e che è stata superata grazie a due nuove gallerie naturali di concezione avveniristica.
Le tecnologie più innovative sono state invece utilizzate per il restauro e l’adeguamento statico del viadotto “Sfalassà”, lungo circa 900 metri e alto, dal fondovalle alla sede stradale, 245 metri. Si tratta di un’opera d’arte di grande valore storico e d’ingegneria, considerata il simbolo dell’autostrada A3.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it