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Vibo, Soriano: «Il Pd è spaccato ma non importa a nessuno»

VIBO VALENTIA «Come tutti sanno all’appuntamento elettorale il PD si è presentato spaccato così come era avvenuto al congresso provinciale svoltosi con la partecipazione di una sola componente che fa…

Pubblicato il: 27/12/2016 – 22:07
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Vibo, Soriano: «Il Pd è spaccato ma non importa a nessuno»

VIBO VALENTIA «Come tutti sanno all’appuntamento elettorale il PD si è presentato spaccato così come era avvenuto al congresso provinciale svoltosi con la partecipazione di una sola componente che fa capo all’on. Censore. All’On. Magorno segretario regionale del partito la cosa sarà sembrata naturale se non ha sentito la necessità di convocare le parti contrapposte ed imporre con l’autorità che il ruolo gli assegna una linea comune che avrebbe dovuto vedere tutto il PD correre sotto un unico simbolo». È quanto dichiara Michele Soriano, componente della direzione Regionale del PD, che sottolinea: «Il segretario regionale, che rappresenta il vero problema in negativo del PD in Calabria, come è suo solito ignora volutamente ciò che succede nel partito di Vibo con il risultato che alle elezioni il PD si è presentato spaccato in due liste». Nella prima «con il simbolo (usurpato) del PD» figuravano «un candidato, poi eletto, non tesserato, ex assessore al comune capoluogo di una giunta di centro destra e attualmente consigliere comunale eletto in una lista contrapposta alle ultime elezioni al PD, e un candidato sindaco alle ultime politiche candidato in una coalizione di centro destra». La seconda invece per Soriano «ha raccolto soprattutto dissidenti del gruppo dirigente del PD ed un candidato, poi eletto, espressione di una lista civica che fa capo al presidente del consiglio di Vibo che sostiene il sindaco della città capoluogo per sua dichiarazione espressione di una alleanza civica. Su questo candidato sono poi stati riversati numerosi voti del centrosinistra consentendogli di essere il primo eletto in assoluto». A detta di Soriano, «al netto delle” infiltrazioni” nelle due liste il PD ufficiale perde il confronto con i cosiddetti dissidenti. A meno che il gruppo numeroso ed importante che si rifà all,on. Giamborino ed al sindaco di Acquaro pur non tesserato al PD, per motivazioni diverse, non sia stato considerato dall’amico Insardà come un gruppo di centro destra». « Se così fosse», puntualizza il dirigente dem «vorrei ricordare che tutto questo gruppo alle passate regionali ha votato PD contribuendo in modo decisivo all’elezione del loro candidato nella persona di Michele Mirabello».
Per Soriano, «sicuramente il PD, quello ufficiale e quello non ufficiale hanno perso ed hanno perso prima ancora del risultato delle elezioni, hanno perso quando si sono presentati spaccati senza che nessuno di quelli che potevano, abbia mosso un dito per tentare di riunificarlo». A detta del dirigente dem «non basta che Insardà dica di aver mandato dei messaggini di invito alle parti, sapeva che non era la via giusta perché tra l’altro la maggioranza del partito non lo riconosce come segretario di tutti essendo egli stato eletto, in un congresso monco, da una sola componente , che oggi alla luce del risultato elettorale alla provincia possiamo dire minoritaria» senza la paura di essere smentiti». «Io mi sarei aspettato che dopo la consultazione provinciale il segretario provinciale e il segretario regionale – puntualizza Soriano – facessero una profonda riflessione sul perché il partito democratico dopo la vittoria alle regionali ha puntualmente perso in Calabria tutte le elezioni che si sono svolte, da Vibo a Crotone passando per Cosenza per completare il suo percorso fallimentare con la pesante sconfitta sul referendum costituzionale sulle riforme bocciato sonoramente dalla larga maggioranza della gente. Invece nulla. Hanno continuato a suonare come l’orchestra del Titanic come se nulla fosse successo evitando di prendere atto di un dato che non può più essere ignorato: la classe dirigente regionale ha fallito!». Al contrario, sottolinea Soriano «il suo segretario continua a fingere di niente evitando di fare l’unico gesto dignitoso che gli rimane che sono le dimissioni da segretario portando il partito ad un congresso anticipato che consentirebbe anche il rinnovo delle federazioni provinciali così chiudendo una stagione di polemiche a Vibo a Catanzaro a Crotone ed a Reggio Calabria ed avviando così una nuova fase di totale rinnovamento che parta dal basso e dalle sezioni con un totale azzeramento delle posizioni ponendo al centro la persona e non gli interessi delle persone coinvolgendo la gente comune sui progetti di sviluppo del territorio in cui si vive nell’interesse della comunità amministrata per il rilancio di una economia morente e per la creazione di servizi che nella Provincia di Vibo, non a caso fanalino di coda,vengono sempre più depauperati e i diritti sempre più calpestati e offesi nel tentativo di contrapporsi in modo costruttivo sui problemi e non in duelli verbali sui social a quei movimenti populistici senza idee e senza programmi che hanno vinto a Roma e a Torino. Forse ancora non tutto è perduto. Io mi aspetto un segnale di cambiamento».

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