Lamezia Multiservizi, gli sprechi e le occasioni mancate
LAMEZIA TERME Gli esempi virtuosi di gestione partecipata del servizio idrico non mancano. Basti pensare a Napoli, per citare uno dei centri più grossi, o a Saracena e Riace senza dovere andare tropp…

LAMEZIA TERME Gli esempi virtuosi di gestione partecipata del servizio idrico non mancano. Basti pensare a Napoli, per citare uno dei centri più grossi, o a Saracena e Riace senza dovere andare troppo lontano. Quello che il Comitato lametino Acqua pubblica ha chiesto in piazza martedì sera è la riapertura del tavolo tecnico già avviato prima con la giunta di centrosinistra guidata da Gianni Speranza e poi con l’amministrazione Mascaro. Un tavolo tecnico che si era aperto, spiega Gennaro Montuoro, rappresentante del comitato, poco dopo l’elezione della nuova assise comunale. «Non si prospettavano problemi politici per la ripubblicizzazione della Multiservizi – dice Montuoro – ma dopo quel primo incontro non è stato più riconvocato il tavolo». «Chiediamo – prosegue Montuoro – un gestione diretta e partecipata dei cittadini, dei lavoratori e delle associazioni e comitati che si sono battuti per l’acqua pubblica». E perché questo avvenga bisogna investire. Usando magari, è la proposta del Comitato, quei fondi di bilancio destinati a «cementificare» una città. Nel 2014 il Tar stava per pronunciarsi circa l’illegittimità delle tariffe operate dalla Sorical (società risorse idriche calabresi) sul Comune di Lamezia Terme, per un esubero di circa tre milioni di euro. La Sorical ha deciso di procedere a un accordo restituendo la somma chiesta dei tre milioni, “sfangando”, quindi, il precedente giuridico e permettendo alla Multiservizi di intascare la somma usata per appianare i suoi debiti. L’operato della Sorical è stato più volte criticato dal Comitato in un documento distribuito ai cittadini. Non solo per le minacce, poi ritirate, della riduzione della portata idrica, iniziativa considerata «illegittima». Ma anche per non avere mai disposto manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti, serbatoi e condotte Sorical.
«La manutenzione è pari a zero», ribadisce Montuoro. «Si poteva uscire dal sistema Sorical – è scritto nel documento – e non scendere a patti durante l’ultimo ricorso al Tar, e invece la passata amministrazione Speranza ha deciso di non andare fino in fondo, raggiungendo un compromesso che ha avuto come unico effetto quello di far pagare ai cittadini lametini tariffe illegittime perché tali erano quelle Sorical».
«Si potevano destinare dei fondi pubblici comunali alla ripubblicizzazione del Servizio idrico integrato piuttosto che continuare –ad esempio – a cementificare le aree verdi, puntando politicamente su un possibile sviluppo legato al mattone a godimento dei palazzina di questa città». Una città che conta 6000 vani sfitti.
«Si poteva sostenere attivamente la battaglia in Regione dopo avere deliberato (delibera del consiglio comunale n 47 del 23.07.2013) il sostegno alla Legge Regionale di iniziativa popolare che proponeva, come ben si sa, una forma di gestione regionale diametralmente opposta a quella che propongono oggi Pallaria e il presidente Oliverio». Tutto quello che si poteva fare, denuncia il comitato e che «non c’è stata la volontà politica di portare avanti».
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it