L’inesistenza di una politica creditizia pienamente consapevole dei problemi causati dalla crisi economica e dunque più favorevole alle imprese costituisce il principale ostacolo al definitivo sviluppo dell’agricoltura regionale. Nel 2016 – come testimoniano i dati di Bankitalia – in Calabria le banche continuano ad aumentare la raccolta di denaro ma difficilmente riescono ad essere protagoniste attive nel sostenere efficacemente le imprese; e dalla stretta creditizia non si salva nemmeno quel sistema agricolo ed agroalimentare che ha dimostrato, nonostante la crisi, di essere solido, di ampliare il proprio ruolo, garantire i livelli occupazionali, di aumentare le percentuali di export e l’incidenza sul totale delle esportazioni regionali.
La flessione dei prestiti bancari per le aziende agroalimentari ha raggiunto il -6,2% rispetto al 2011 ed il -2,6% rispetto allo scorso anno; e il report dell’Osservatorio regionale sul credito agricolo è un lungo elenco di dati drammatici: -54,4% per i prestiti destinati alla realizzazione di immobili rurali, -14,5% per i prestiti concessi per acquistare immobili o attrezzature.
Citiamo solo questi due dati perché si tratta di argomenti che avranno un forte impatto e significato, negli anni futuri, sui bandi del Piano di sviluppo rurale.
A poco serve entrare in una graduatoria definitiva e disporre di una quota di finanziamento a fondo perduto, infatti, se poi la quota di investimento in capo alle imprese non potrà beneficiare di un più facile e agevole sostegno creditizio.
Cosa fare dunque? Il credito è senz’altro un tema nazionale ma consideriamo cosa si potrebbe fare in Calabria! Intanto occorre un intervento regionale – e lo stiamo chiedendo da almeno un anno – che agevoli la sostenibilità finanziaria del debito delle imprese e che consenta la definizione dei vecchi piani di ristrutturazione finanziaria. Ristrutturare le passività è, dunque, il primo passo, ma contemporaneamente occorre rendere pienamente operativo un sostegno regionale, attraverso i fondi del Psr, che aiuti le imprese nella richiesta di credito alle banche diminuendo quei fattori di rischio che oggi sono evidentemente troppo stringenti e che potrebbero vanificare gli sforzi e gli investimenti del Piano di sviluppo rurale.
Alla Regione e al dipartimento Agricoltura lanciamo dunque una precisa proposta e cioè quella di convocare al più presto un tavolo tecnico con tutte le organizzazioni agricole per definire i possibili interventi tecnico-finanziari.
*Presidente Confagricoltura Calabria
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