L'Ecogiustizia tour fa tappa a Catanzaro
CATANZARO L’#EcoGiustizia Tour di Legambiente ha fatto tappa anche a Catanzaro dove, nella giornata di giovedì, è arrivato il direttore nazionale dell’associazione Stefano Ciafani, per discutere di r…

CATANZARO L’#EcoGiustizia Tour di Legambiente ha fatto tappa anche a Catanzaro dove, nella giornata di giovedì, è arrivato il direttore nazionale dell’associazione Stefano Ciafani, per discutere di reati ambientali e della normativa contro essi approvata nel 2015 dopo 21 lunghi anni di gestazione,
Dopo qualche ora passata assieme agli studenti dell’istituto tecnico “Maresca” di Catanzaro, Ciafani ha partecipato a un incontro presso l’università “Magna Graecia” di Catanzaro organizzato da Legambiente Calabria (rappresentata dal presidente Franesco Falcone e dal suo vice Andrea Dominijanni) a cui hanno partecipato anche il procuratore capo di Cosenza Mario Spagnuolo, il prefetto di Catanzaro Luisa Latella e Antonello Tallerico, presidente della sezione catanzarese dell’associazione giovani avvocati (Aiga). Assente giustificato da motivi di salute, il preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo catanzarese, Luigi Ventura.
L’incontro, valevole anche ai fini formativi per gli avvocati e per gli studenti di giurisprudenza, ha permesso di approfondire temi tecnici in merito all’applicazione della normativa sugli ecoreati. Proprio la sua applicazione, infatti, è il tallone d’Achille della normativa, attesa per tanto tempo ma comunque vera e propria novità nell’ordinamento: «La norma sugli ecoreati permetterà di chiudere la stagione delle stragi ambientali rimaste finora impunite per l’inadeguatezza delle normative vigenti fino a poco tempo fa – ha detto Ciafani ai microfoni prima del suo intervento -. Discutere di questa norma poi davanti ad avvocati e studenti è il modo migliore per garantire che la norma possa trovare applicazione negli anni a venire. Questa legge ha molti strumenti efficaci al suo interno ed è necessario che siano conosciuto da tutti. Ecco perché oggi siamo in giro per l’Italia: vogliamo che forze dell’ordine, le Arpa e i magistrati possano utilizzare tutti gli strumenti della legge per fermare chi commette ecoreati».
Per Ciafani «la presenza delle massime istituzioni ci rende onorati e rappresenta la risultante del lavoro di stretta collaborazione che Legambiente ha instaurato con loro negli ultimi 21 anni. Ed è sintomo, non solo di facciata, di quanta attenzione ci sia da parte dello Stato sul tema degli ecoreati. Mi auguro che anche in Calabria questa presenza sia foriera di un’inversione di tendenza netta rispetto al passato, quando l’illegalità ambientale e la presenza della ‘ndrangheta in questo settore l’hanno fatta da padrone».
Ciafani, per testimoniare l’efficacia della legge, ha snocciolato alcuni dati: «Solamente nei primi 8 mesi dall’approvazione, sono stati contestati in tutta Italia oltre 1000 reati ambientali, sono stati effettuati 230 sequestri e sono arrivate le prime due indagini per con arresti per inquinamento ambientale, oltre al primo pronunciamento della Cassazione per una aso di inquinamento ambientale a La Spezia. La legge sta facendo giurisprudenza, finalmente è finita la pacchia per ecocriminali e ecomafie che fino a prima sfruttavano l’assenza di questa legge per ottenere guadagni miliardari».
Interessante anche il fattore deterrente che la legge pare abbia portato con sé: «Nei primi mesi dalla sua applicazione, abbiamo registrato che grazie a questa legge sta diminuendo il numero totale degli ecoreati. Sono primi segnali, certo, ma vogliamo leggerlo come un risultato della prevenzione. Prima c’era un’impunità quasi certa, oggi le pene sono ben più certe e più aspre».
La discussione sulla normative contro gli ecoreati arriva in Calabria all’indomani di tante notizie, molte di esse infondate, sulle navi dei veleni e sulla presunta radioattività delle spiagge soprattutto del basso Ionio catanzarese. Un tema delicato quello delle false notizie che il prefetto Latella ha affrontato nel corso del suo intervento: «False notizie e sensazionalismo tolgono valore alla vera lotta ai reati ambientali. Il nostro territorio è sicuramente danneggiato dai reati ambientali che nel tempo hanno creato seri danni al territorio, penso al dissesto idrogeologico, ma creare allarme sociale con notizie infondate è un altro conto e produce dei danni incalcolabili. Con la normativa sugli ecoreati, il quadro è sicuramente migliorato negli ultimi anni. Eppure per altri versi è spesso difficile individuare il reato ambientale, per questo bisogna lavorare alacremente sulla preparazione dei nostri tecnici.
Sul tema delle navi dei veleni, Ciafani ha sottolineato: «Già nei primi anni ’90 Legambiente denunciava il fenomeno delle navi a perdere. Dopo quelle denunce sono arrivate pagine e pagine di documentazioni delle commissioni parlamentari. Purtroppo ancora la storia giudiziaria non ha fatto chiarezza».
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it