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Sanità, De Luca ha inguaiato Oliverio

CATANZARO È un bel problema lo strappo tra Matteo Renzi e Vincenzo De Luca. Lo è per la tenuta del Pd nel Mezzogiorno ma anche, in seconda battuta e relativamente alle faccende calabresi, per il gove…

Pubblicato il: 18/01/2017 – 15:45
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Sanità, De Luca ha inguaiato Oliverio

CATANZARO È un bel problema lo strappo tra Matteo Renzi e Vincenzo De Luca. Lo è per la tenuta del Pd nel Mezzogiorno ma anche, in seconda battuta e relativamente alle faccende calabresi, per il governatore Mario Oliverio. Perché se lo “Sceriffo” minaccia di fondare un nuovo movimento – “Campania libera” –, ciò significa che ormai è ai ferri corti con il segretario del Pd ed ex premier. E il conflitto, una volta deflagrato ufficialmente, determinerà almeno un effetto preciso: il governo Gentiloni, su cui Renzi mantiene una forte capacità di pressione, non nominerà De Luca commissario della Sanità in Campania. Una conseguenza non da poco, per Oliverio. L’emendamento sulla sanità approvato nell’ultima Finanziaria – che elimina il divieto per i governatori di svolgere anche il ruolo di commissari –, infatti, è meglio conosciuto come emendamento ad De Lucam o pro-De Luca.
Le opposizioni parlamentari e la stampa non allineata al Pd hanno protestato con veemenza contro il provvedimento, accusando la maggioranza di averlo portato avanti e infine approvato in cambio dell’appoggio di De Luca alla campagna elettorale per il Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre. In questo presunto “scambio” anche Oliverio si è ritrovato ad avere un ruolo, per le stesse ragioni di De Luca. I destini dei due governatori, dunque, sembrano accomunati. Per il governo sarebbe complicato spiegare al dissidente De Luca, e poi continuare la collaborazione istituzionale tra Roma e Napoli, che Oliverio può fare il commissario e lui no. Quindi il più che probabile niet al governatore campano rischia di far naufragare anche le ultime speranze di quello calabrese, che insegue la nomina a commissario fin dal suo insediamento in Regione, nel dicembre 2014.

LE MANOVRE Giorni febbrili, quelli. Era stato proprio il governo Renzi a inserire nella manovra 2014 la regola in base alla quale i presidenti di Regione non avrebbero più potuto svolgere (come aveva fatto Scopelliti, ad esempio) il ruolo di commissari. Oliverio, in quell’occasione, aveva attivato tutti i canali disponibili pur di farsi nominare prima dell’approvazione di quella Finanziaria, ma non ci fu verso. La norma ebbe disco verde prima della sua designazione e, qualche mese dopo, il governo nominò commissario Massimo Scura, oggi senza dubbio il nemico pubblico numero uno del governatore. Che solo poche settimane, dopo che la Lorenzin aveva di fatto blindato la posizione dell’attuale commissario, pareva comunque sicuro del fatto suo: «Il Parlamento ha legiferato, non credo si sia pervenuti a questa scelta solo per il gusto di cambiare una norma».
Ed era talmente certo dell’esito favorevole della sua vertenza con il governo da scrivere ben due lettere proprio a Scura. Un modo per mostrare i muscoli all’ingegnere che di lasciare il suo posto proprio non ne vuol sapere. «Come le sarà certamente noto – scriveva Oliverio – il consiglio regionale, nella seduta del 21 dicembre 2016, ha approvato una mozione con la quale mi impegna ad assumere ogni iniziativa finalizzata a rimediare all’illegittimità di alcuni decreti da lei recentemente adottati e, in particolare, l’approvazione del piano delle assunzioni a tempo indeterminato di personale del Ssr la definizione del livello massimo di finanziamento, per l’anno 2017, delle strutture erogatrici di prestazioni ospedaliere, nonché territoriali, quest’ultimo assunto successivamente al predetto deliberato del consiglio regionale. Tali provvedimenti risultano tutti meramente distributivi di risorse economiche e illegittimi per mancanza di istruttoria e conseguentemente privi di idonea motivazione in ordine ai bisogni di salute dei cittadini calabresi (vengono utilizzati dati relativi al 2013 ignorando quelli del 2015, già disponibili), indispensabile requisito di legittimità di ogni provvedimento amministrativo». E ancora: «Non posso non evidenziare che la sua sollecitudine nella illegittima distribuzione delle risorse trova una strana coincidenza con l’approvazione della legge di Bilancio 2017 che, non le sarà sfuggito, rimuove l’incompatibilità di funzioni tra presidenti di Regione e commissari ad acta per il debito. In attesa delle determinazioni del Consiglio dei ministri sul punto, sarebbe stato doveroso soprassedere nell’assunzione di provvedimenti di rilevanza strategica sulle politiche sanitarie regionali».

IN PECTORE Oliverio, insomma, parlava da commissario in pectore. Ma Renzi, Lorenzin e adesso, molto probabilmente, Gentiloni, hanno fin qui dimostrato di avere idee diverse circa la gestione della sanità calabrese. Anche perché la norma inserita nella Finanziaria stabilisce la possibilità di nominare commissari i governatori, non l’obbligo.
Sulla vicenda, inoltre, oltre al caso De Luca, molto pesano i rapporti, mai di affinità completa, di Oliverio con il segretario del Pd, ma anche e soprattutto la “copertura” politica di cui godono e Scura e il suo vice Andrea Urbani, molto vicino proprio al ministro della Salute, da cui dipende la proposta per un eventuale avvicendamento.
Per Oliverio la mancata nomina a commissario sarebbe di sicuro la delusione più grande e rappresenterebbe il suo definitivo addio a un settore che da solo “succhia” il 70% delle risorse regionali.
E dire che, fino a qualche giorno fa, alla Cittadella regnava l’ottimismo. Gli addetti ai lavori era perfino convinti che Oliverio sarebbe stato nominato il 17 gennaio, cioè ieri. Era un quadretto perfetto: il governatore commissario e Riccardo Fatarella suo vice, anche grazie agli addentellati che l’attuale dg del dipartimento Salute vanterebbe proprio nei riguardi di Gentiloni. 
Per adesso, tuttavia, al centro della cornice ci stanno Scura e Urbani. Tutta colpa di De Luca, certo. E chissà che Oliverio non si metta in testa anche lui di fondare un nuovo movimento.

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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