Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 22:21
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

Un posto in Provincia per Audia "il mite"

«Tuttappostu», il Pd di San Giovanni in Fiore punta sulla mitezza per mandare un proprio devoto nel consiglio provinciale di Cosenza. La scelta pare maturata nell’ambito del monachesimo che caratteri…

Pubblicato il: 28/01/2017 – 13:06
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo

«Tuttappostu», il Pd di San Giovanni in Fiore punta sulla mitezza per mandare un proprio devoto nel consiglio provinciale di Cosenza. La scelta pare maturata nell’ambito del monachesimo che caratterizza dal novembre 2014 il partito locale; da un pezzo in clausura, peraltro, a meditare sulla conversione paolina di Damasco.
È Saverio Audia, come da comunicato ufficiale, «il mite» su cui concentrare i voti del Pd di San Giovanni in Fiore, domenica 29 gennaio, quando il Palazzo sceglierà in piena democrazia i nuovi presidente e Consiglio della Provincia di Cosenza.
Si tratta dell’intento di celebrare, con pacatezza d’animo e col silenzio della fede, la lunga evangelizzazione di Mario Oliverio in terra bruzia, che da Guevara della Sila ha costruito la sua carriera politica, lottando per il riscatto dei deboli sino a diventare lo Sherlock Holmes della «Cittadella regionale», il tenente Colombo di una burocrazia elefantiaca e assieme liquida, lo Stephan Derrick di un’amministrazione pubblica ancora lacrimante per la morte di Max Weber, il Perry Mason contro l’autarchia di uffici e praticoni, la Jessica Fletcher dell’eterno giallo calabrese.
La via politica del Pd sangiovannese è allora la mitezza nell’obbedienza, nella chiara visione della salvezza. È un concetto difficile da comprendere per chi non è silano, per chi non è avvezzo alla contemplazione della montagna e all’astrazione gioachimita che ispira, per esempio, le profezie, il copione della Pizia calabrese.
La politica, questo San Giovanni in Fiore lo ha mostrato nei decenni, è teologia, prima che teocrazia. Oggi Oliverio è la ierofania del governo pubblico in Calabria. Nel contempo è come un Buddha che sta allontanandosi dal corpo materiale del potere. Si eleverà dall’«astronave» della «Cittadella» quando terminerà le inchieste sulle umane carte fuori posto. Dunque tutto deve compiersi secondo un processo ascensionale, a partire dalla successione di Franco Iacucci alla guida della Provincia di Cosenza. Oliverio lascerà i suoi discepoli nelle stanze delle decisioni, poi entrerà un una sorta di Iperuranio, come emblema della perfezione politica.
Iacucci è l’eterno referente, cui si affianca Gaetano Pignanelli, chiamato a ripulire la boscaglia degli apparati regionali. Iacucci, come Pignanelli, ha ascoltato gli appelli rivolti al governatore Oliverio da più di mezza Calabria. Li ha tenuti nella riflessione interiore, nelle profondità dello spirito; sia perché la Calabria alimenta da sé una religiosità imperitura, sia perché la missione degli oliveriani è molto più alta di quanto possano immaginare i non adepti.
Oliverio è stato comunista, forse ateo per mera induzione. Erano gli anni di un materialismo dialettico travolgente, di giovani ribelli col mito della «Locomotiva» e della «giustizia proletaria». Poi Oliverio ha incontrato l’illuminazione, e allora ha moderato i toni, si è arrotondato come il mistico dell’abbondanza, si è seduto. Adesso, l’opera prevede il suo distacco dagli affari e affanni del palazzo, il suo innalzamento naturale. Proseguiranno i suoi ad amministrare, con devozione e soprattutto con mitezza.
Per questo il Pd di San Giovanni in Fiore ha scelto Audia, il più mite dell’intero chiostro, per il consiglio provinciale di Cosenza. Dal 7 luglio 2015, il politico è intervenuto soltanto nei consigli comunali del 19 ottobre 2015, per approvare lo schema di convenzione sulla segreteria municipale, e il 4 gennaio 2017, nell’ambito della discussione circa la sanità locale.
Nel primo caso Audia ha detto che «conta la qualità e non la quantità del lavoro» del segretario comunale; nel secondo, con la mitezza che lo contraddistingue e oggi lo premia, ha spiegato che «dare una sanità efficiente al paese è l’obiettivo di tutti i consiglieri comunali». Nemmeno il Mago Orno potrebbe essere più sorprendente.

Argomenti
Categorie collegate

x

x