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MAMMA CORAGGIO | «Mio figlio voleva uscire dal giro»

COSENZA È il 27 gennaio del 2015 quando una donna si rivolge ai carabinieri della stazione di Cosenza nord per «la grave situazione che coinvolge» il figlio. Decide di denunciarlo e da qui prende il…

Pubblicato il: 03/02/2017 – 8:07
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MAMMA CORAGGIO | «Mio figlio voleva uscire dal giro»

COSENZA È il 27 gennaio del 2015 quando una donna si rivolge ai carabinieri della stazione di Cosenza nord per «la grave situazione che coinvolge» il figlio. Decide di denunciarlo e da qui prende il via l’operazione che ha sgominato una organizzazione dedita al traffico di droga nella città di Cosenza. Un’intensa attività investigativa ha portato, giovedì mattina, all’esecuzione di 35 misure cautelari emesse dal gip Giusy Ferrucci, su richiesta della Procura. La “mamma coraggio” si sfoga con i carabinieri: «Mi sono presentata presso i vostri uffici stamane perché sono spaventata da una situazione grave che coinvolge mio figlio. Mi spiego: mio figlio ha avuto un carattere debole, e per questo si è fatto sempre coinvolgere dai suoi amici in vicende delinquenziali che purtroppo lo hanno già segnato in maniera indelebile, visto che è stato più volte arrestato o denunciato, sebbene sia ancora molto giovane. Nel mese di settembre, però, ho visto in lui un cambiamento, di cui lui peraltro mi ha fatta partecipe, dato che noi abbiamo da sempre un rapporto improntato al dialogo e mio figlio, per fortuna, si confida spesso con me. In pratica, quando nel mese di settembre 2014 voi avete effettuato una perquisizione locale nella mia abitazione, a seguito della quale avete denunciato mio figlio per detenzione ai fini di spaccio di marijuana, lui ha deciso che era ora di finire questa storia e di mettersi a lavorare onestamente».

«QUANDO MIO FIGLIO HA PROVATO A SMETTERE LO HANNO MINACCIATO» Ma i pusher glielo avrebbero impedito. «Purtroppo – è il racconto della mamma – ciò non è stato possibile in quanto a partire da pochi giorni dopo, un losco personaggio, ha iniziato a recarsi spesso presso la nostra abitazione al fine di parlare con mio figlio. Quando ciò accade, mio figlio scende in strada a parlare con lui, dopodiché rientra in casa sempre molto preoccupato ed abbattuto. Alla mia richiesta di spiegazioni, mio figlio mi ha riferito che il soggetto è colui il quale gli forniva la marijuana, e che pretende da mio figlio la somma di 900 euro come corrispettivo per la droga sequestrata a mio figlio a settembre. È stato lui a spiegarmi che la droga che gli è stata sequestrata a settembre aveva un peso di circa 40 grammi, e quindi, a suo dire, perché io onestamente non ne capisco molto di queste cose, la richiesta di 900 euro è smisurata. In pratica, quell’uomo chiede molto più di quanto in realtà avanzerebbe. Mio figlio, sempre a quanto ne so, ha risposto a lui che non può permettersi di pagare questa somma, e allora lui lo ha minacciato di morte e di picchiarlo violentemente, e gli ha intimato di continuare a spacciare per poter pagare il debito». Quando il giovane decide di dire basta con la droga, viene minacciato e costretto a spacciare per continuare a pagare.
La madre del giovane è disperata: «La situazione sta diventando sempre più pericolosa, e mio figlio ha il concreto timore che gli possa accadere qualcosa di grave, e non riesce a uscire da questo circolo vizioso, dato che appena smette di spacciare questi tornano alla carica con minacce e portando nuova droga da vendere per poi consegnare a loro il denaro. Mio figlio sa che sono venuta in caserma, e mi ha avvertito, testualmente, che così facendo avrei “messo in pericolo” la mia vita, perché i suoi aguzzini sono gente pericolosa».

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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