VIBO VALENTIA Tutti, per distinguerlo dal vecchio palazzo di giustizia di corso Umberto I, lo indicano come il “nuovo” tribunale, ma nonostante i lavori siano iniziati negli anni 90 l’edificio resta tuttora incompiuto. Un paradosso nel paradosso, specie se si pensa che le udienze vengono puntualmente sospese, ormai da metà gennaio, perché nelle Aule di via Lacquari non c’è il riscaldamento e, soprattutto, perché manca l’iscrizione catastale. Così il Ministero della Giustizia non può procedere alla manutenzione dell’edificio e il presidente del Tribunale, Alberto Filardo, è costretto a firmare una nuova proroga che sospende le udienze fino al 19 marzo. È lo stesso Filardo a mettere nero su bianco la situazione kafkiana rilevando come «alcune delle sale utilizzate per le attività giudiziarie sono, di fatto, inagibili per via della bassa temperatura degli ambienti, atteso il perdurante malfunzionamento dell’impianto di climatizzazione» e aggiungendo che «l’omessa iscrizione catastale e il mancato completamento dell’immobile non consentono, al Ministero della Giustizia, di effettuare gli interventi di manutenzione straordinaria ed ordinaria dell’edificio».
Il presidente del Tribunale spiega poi che «l’amministrazione comunale di Vibo Valentia, dando seguito agli impegni assunti in sede di commissione permanente, ha confermato di aver avviato le procedure per un intervento urgente sull’immobile di via Lacquari», ma si tratta di un intervento che «non potrà essere completato in tempi brevi». Da qui, dunque, la decisione di sospendere ancora una volta le udienze ordinarie di lavoro e di previdenza e di trasferire il personale del settore al vecchio tribunale, dove saranno celebrati i procedimenti aventi carattere di oggettiva urgenza (licenziamenti ex legge Fornero, procedure ex art. 700 c. p. c., procedure ex art. 28 St. Lav., ATP).
s. pel.
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