Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 21:06
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

Mezzogiorno cruciale per lo sviluppo del Paese

Nelle mie molteplici esperienze maturate negli enti locali, nell’Anci, e nei diversi ruoli istituzionali, così come nell’impegno di natura scientifica-culturale, ho sempre sottolineato l’importanza s…

Pubblicato il: 06/03/2017 – 19:43
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo

Nelle mie molteplici esperienze maturate negli enti locali, nell’Anci, e nei diversi ruoli istituzionali, così come nell’impegno di natura scientifica-culturale, ho sempre sottolineato l’importanza strategica che assume il Mezzogiorno nello sviluppo generale del Paese. La lunga crisi finanziaria globale ha catapultato fette di Stati occidentali in una condizione di disagio e recessione, che ha ulteriormente acuito le problematiche delle aree maggiormente svantaggiate. 
In una recente pubblicazione, il Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz invita ad affrontare la disuguaglianza economica come una questione politica e morale, con l’obiettivo di giungere a una società più prospera e giusta. Anche l’Italia, purtroppo, ha subito un lungo periodo di difficoltà e stagnazione che non ha risparmiato il Sud. La recente delega al Mezzogiorno, unita alla Coesione territoriale, del ministro Claudio De Vincenti, stimato docente universitario e illustre economista, costituisce un messaggio forte e significativo per un’azione di rilancio delle politiche di sviluppo e sostegno al Meridione. Connota una volontà precisa che intende valorizzare le positività e promuovere investimenti su una fascia del territorio che paga ancora annosi ritardi. Un passaggio concreto che mette al centro un tema fondamentale per la crescita economica, sociale e culturale dell’intero Paese e che può essere incrementato e rafforzato in un’idea di rete e di azioni lungimiranti portate avanti a più livelli. Penso soprattutto agli investimenti che possono essere attuati con orizzonti ampi e non assistenzialistici, da spendere bene e in fretta. Il Sud deve colmare prima di tutto un gap in termini di mobilità: la chiusura dei cantieri, con relativo ammodernamento dell’autostrada Sa-Rc, deve coincidere con il potenziamento e il miglioramento dei collegamenti aerei, ferroviari e portuali, delle opere infrastrutturali, degli attrattori turistici. Le aree metropolitane e i centri virtuosi possono conquistarsi uno spazio da protagonisti nel Mediterraneo grazie ad una mission pragmatica fondata sulla cooperazione, sull’innovazione, e sulla responsabilizzazione degli enti decentrati, i quali, di proprio, non possono più perdere terreno e occasioni di progresso. La legge n.18/2017 (Interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno) rafforza ad esempio il credito d’imposta al Sud e riordina le spese in conto capitale. 
Altro elemento nodale è quello del segmento agricolo. Gli ultimi dati annuali ci parlano di una crescita nel Mezzogiorno del 7,3%, meglio di tutti gli altri settori. L’export è cresciuto del 15,5%, mentre quello di prodotti alimentari del 7,6%. Gli investimenti hanno raggiunto i 2,2 miliardi di euro con un aumento del 9,6%. Nel 2015 il numero di persone attive nel settore agricolo ha raggiunto nel Mezzogiorno le 500.000 unità.
Lo stesso dinamismo deve influenzare le progettualità capaci di guardare all’alta formazione, al collegamento con grandi settori strategici e a quelle riforme mirate della fiscalità. Lo strumento delle Zone Economiche Speciali (Zes) potrebbe far accelerare e proliferare gli investimenti anche esteri. 
Occorre poi un’attuazione snella del Masterplan del Sud incentrata sull’accesso al credito, sull’occupazione e inclusione, sulla formazione e lo sviluppo delle competenze dei lavoratori, il sostegno alla ricerca e all’istruzione, al turismo e ai beni culturali, all’ambiente, alla legalità e ad un piano di welfare competitivo. Non certo per ultima, un’attenzione particolare deve incentrarsi sui nostri giovani che costituiscono un patrimonio straordinario ed un bagaglio di entusiasmi e di conoscenze fondamentali per il Paese, ma che devono costituire risorse di progettualità per il Mezzogiorno, all’interno dello stesso, scongiurando il processo di allontanamento di quelle professionalità, delle quali rimpiangiamo solo dopo il valore. Tutti i protagonisti di questo piano di rilancio possono offrire un contributo prezioso in grado di disegnare prospettive nei vari gangli vitali della società. In definitiva, l’Italia riparte se il Sud cresce, ed è importante che oggi sia tornata l’attenzione istituzionale su quest’area del Paese. 

*Avvocato

Argomenti
Categorie collegate

x

x