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Processo alle cosche di Oppido, assolti in cinque

REGGIO CALABRIA Cinque assoluzioni, diverse riduzioni di pena e quattro conferme. Così ha deciso la Corte d’appello di Reggio Calabria per gli imputati del procedimento abbreviato “Erinni”, scaturito…

Pubblicato il: 08/03/2017 – 19:59
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Processo alle cosche di Oppido, assolti in cinque

REGGIO CALABRIA Cinque assoluzioni, diverse riduzioni di pena e quattro conferme. Così ha deciso la Corte d’appello di Reggio Calabria per gli imputati del procedimento abbreviato “Erinni”, scaturito dall’inchiesta che ha fotografato la realtà complessa e stratificata delle ‘ndrine di Oppido Mamertina.

LE ASSOLUZIONI Per decisione dei giudici, cadono tutte le accuse nei confronti di Rocco Bonina, assistito dai legali Gianfranco Giunta e Marcello Manna, in precedenza condannato a 9 anni e 4 mesi. Sette anni e otto mesi aveva invece rimediato Giuseppe Rustico, oggi assistito dagli avvocati Staiano e Milicia, anche lui assolto per non aver commesso il fatto. Cadono tutte le accuse anche per Domenico Lentini, difeso dagli avvocati (avv. Alvaro e Garreffa), e Leandro Pepe (avv. Rinciari) in precedenza puniti entrambi con 7 anni e 4 mesi. Infine, è stato assolto per non aver commesso il fatto anche Diego Zappia (avv. Martino e Freno) in precedenza condannato a 6 anni e 8 mesi.

RIMODULAZIONI DI PENA Per decisione dei giudici, cade l’accusa di associazione mafiosa nei confronti di Carmine Murdica, difeso dall’avvocato Francesco Marzo, e Luca Pepe, assistito dall’avvocato Gianfranco Giunta. Per Murdica, la pena passa da 9 anni e 4 mesi di reclusione a 4, mentre incassa una riduzione maggiore Pepe, anche lui condannato in precedenza a 9 anni e 4 mesi e oggi punito con 3 anni e 6 mesi di reclusione. Scende da 2 anni a sedici mesi, la pena inflitta a Maria Chiara Condina.

CONFERME Tutte confermate invece le condanne di Antonino De Pasquale, Cosmo Polimeni, Paolo Polimeni e Giuseppe Mazzagatti, puniti con 6 anni e 8 mesi.

LE INDAGINI L’inchiesta coordinata dal pm Giulia Pantano ha tentato di far luce sul periodo di fibrillazione all’interno della locale di Oppido Mamertina, costato la vita tra il marzo e il maggio del 2012 a Domenico Bonarrigo, Vincenzo Ferraro, Francesco Raccosta e il cognato Carmine Putrino, Vincenzo Raccosta. Vittime di una vera e propria faida innescata dalla morte di “Mimmazzo”, capo del clan Mazzagatti- Bonarrigo, punita con un’efferata serie di omicidi. Ma l’efferata reazione con cui per gli inquirenti il clan ha vendicato l’omicidio del proprio capo e ratificato l’egemonia sul territorio di Oppido, è stato in grado di investire e puntare sul mattone lontano dalla Calabria, nella Capitale, dove sono stati in grado di appropriarsi di immobili, attività commerciali e imprese.

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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